Storia della poesia in Italia: lezioni, Volume 3 |
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Popular passages
Page 54 - O donna, in cui la mia speranza vige, E che soffristi per la mia salute In Inferno lasciar le tue vestige; Di tante cose quante io ho vedute , Dal tuo podere e dalla tua bontate Riconosco la grazia e la virtute. Tu m...
Page 71 - Che se la voce tua sarà molesta nel primo gusto, vital nutrimento lascerà poi, quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento, che le più alte cime più percuote; e ciò non fa d'onor poco argomento.
Page 174 - Ma quando il sol gli aridi campi fiede Con raggi assai ferventi, e in alto sorge; Ecco apparir Gerusalem si vede, Ecco additar Gerusalem si scorge, Ecco da mille voci unitamente Gerusalemme salutar si sente. IV. Così di naviganti audace stuolo Che mova a ricercar estranio lido , E in mar dubbioso e sotto ignoto polo Provi l...
Page 54 - O donna in cui la mia speranza vige, e che soffristi per la mia salute in inferno lasciar le tue vestige, di tante cose quant' i' ho vedute, dal tuo podere e da la tua bontate riconosco la grazia e la virtute. Tu m'hai di servo tratto a libertate per tutte quelle vie, per tutt' i modi che di ciò fare avei la potestate.
Page 71 - Maestro, che l'andare allenti? Che ti fa ciò , che quivi si pispiglia ? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: * Sta come torre ferma , che non crolla Giammai la cima per soffiar de...
Page 96 - Di salnitro e di zolfo oscura polve chiude altri in ferro cavo, e poi la tocca dietro col foco e in foco la risolve, onde fragoso tuon subito scocca. scocca e lampeggia ed una palla volve al cui scontro ogni duro arde e trabocca: crudel saetta, ch'imitar s'attenta l'arme che '1 sommo Dio dal cielo aventa.
Page 208 - 1 ciel rapido inchina Verso occidente, e che '1 dì nostro vola A gente che di là forse l'aspetta...
Page 71 - Coscienza fusca o de la propria o de l'altrui vergogna pur sentirà la tua parola brusca. Ma nondimen, rimossa ogni menzogna, tutta tua vision fa' manifesta; e lascia pur grattar dov'è la rogna.
Page 209 - ... piana, benché la terra abbi forma di ruote. Era più grossa allor la gente umana, tal che potrebbe arrossirne le gote Èrcole ancor d'aver posti que' segni, perché più oltre passeranno i legni.