Le poesie liriche di Dante AlighieriTipografia Meniconi, 1843 - 292 pages |
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Allor altrui Amor anima avea beato Beatrice beltà Bramosìa BRUNETTO LATINI Canzone ch'è ch'ella Ch'io Chè chiama ciascun ciel CINO DA PISTOIA colli conforto consolar convien costei cotal cotanto d'amor d'ogni DANTE ALIGHIERI Dante da Maiano degno desio dice dice Amore diletto Divina Commedia doglia dolce dolente dolor donna gentil fece Filosofia fiori Firenze foco FRANCESCO DA BARBERINO freddo fugge gente gentil core gentilezza gran guardare Guido Cavalcanti GUIDO DA POLENTA haggio innamora intelletto JACOPONE DA TODI l'anima Lasso Laudato leggiadria lingua Lingua Provenzale Liriche Poesie loda luce m'ha Madonna maravigliar mente mira morte novella occhi omai onore pace parlar pensier Perocchè piace piangendo pianger pietate pietosa pietra Poesia POESIE LIRICHE Poeta prego ragion rime S'io Saggio sembianza sente Sicchè Signor soave sospiri sovente Stella tosto trova umile valore vede veder veggio vegno venir verace vertù vertute vidi villana
Popular passages
Page 83 - (1) E par, che sia una cosa -venuta Di cielo in terra, a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, Che dà per gli occhi una dolcezza al core, Che 'intender non la può, chi non la prova : E par che dalla sua labbia
Page 98 - dice, Fosse conchiuso tutto in una loda , Poco sarebbe a fornir questa vice. La bellezza eh' io vidi , si trasmoda Non pur di là da noi , ma certo io credo , Che solo il suo Fattor tutta la goda. PARADISO
Page 126 - Che fatte son per me scudiscio e ferza; Pigliandole anzi terza, Con esse passerei vespro e le squille: E non sarei pietoso, nè cortese ; Anzi farei come orso, quando scherza : E s' Amor me ne sferza, Io mi vendicherei di più di mille : E suoi begli occhi, onde escon le faville, Che m
Page 132 - acqua morta si converte in vetro Per la freddura, che di fuor la serra : Ed io della mia guerra Non son però tornato un passo addietro ; Nè vo' tornar , che, se '1 martiro è dolce , La morte de ' passare ogni altro dolce. Canzone, or che sarà di me
Page 75 - ogni lor pensiero agghiaccia e pere ; E qual soffrisse di starla a vedere, Diverrìa nobil cosa, o si morrìa, E quando trova alcun , che degno sia Di veder lei , quei prova sua virtute ; Che gli avvien ciò , che gli dona salute : E sì 1
Page 95 - io non potessi più degnamente trattar di Lei. E di venire a ciò io studio quanto posso , sì com' ella sa , veramente. Si che , se piacere sarà di Colui, per cui tutte cose vivono, che la mia vita per alquanto perseveri, spero dire di Lei quello, che
Page 149 - pietoso , e fello , Di lei, e del dolor fece dimanda. O di pochi vivanda (Rispose in voce con sospiri mista) Nostra natura qui a te ci manda. 10 , che son la più trista , Son suora alla tua madre , e son Drittura, . Povera (vedi) a' panni, ed a cintura. Poichè fatta si fu palese e conta
Page 130 - e cade in bianca falda Di fredda neve, ed in noiosa pioggia, Onde 1 ' aer s' attrista, e tutto piagne: Ed Amor, che sue ragne Ritira al ciel per lo vento , che poggia, Non m' abbandona ; sì è bella donna Questa crudel , che m'è data per donna Fuggito è ogni augel, che '1 caldo
Page 135 - 1' armato cuor da nulla è morso. O montanina mia Canzon , tu vai ; Forse vedrai Fiorenza la mia terra ; Che fuor di sè mi serra Vota d'amore, e nuda di piotate: Se dentro v' entri, va dicendo : Omai Non vi può fare il mio signor più guerra : Là
Page 155 - rifinito vaneggia. Ecco giunti a colei, che ne pareggia ; Dimmi, che hai tu fatto, Cieco avaro disfatto ? Rispondimi, se puoi; altro che nulla: Maledetta tua culla, Che lusingò cotanti sonni invano : Maledetto lo tuo perduto pane, • * Che non si perde al cane ; Che da sera, e da