La Divina commediaR. Decker, 1862 - 725 pages |
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Accademici Accademici della Crusca aguglia alcun Aldina allora altra altrui amanuense amor antichi antichi testi appresso Arno assai avea Batines Beatrice buon CANTO CANTO TRENTESIMO ch'è Ch'io Chè ciascun ciel codici colui comento cominciò confronti convien cotal credo Dante dice dietro dinanzi Dionisi disio dissi divina dolce Donna dritto drizzò Duca edizione eran esso eterno fece Filippo Villani foco Francesco da Buti fummo gente giro giuso grido guarda Indi Inferno insino l'altro loco luce lume Maestro mente mondo monte Newington Butts nuovo occhi omai parea parlar parole passi Perocchè piè poco Poscia prego pria puote quei quinci Quivi raggi ragione retro rispose rote santo spirto stampa suso terra testi a penna tosto trova varianti varie lezioni veder vedi vedrai veggio venir vidi virtù viso vista volge volse volte volve
Popular passages
Page 140 - Perigli siete giunti all' occidente A questa tanto picciola vigilia De' vostri sensi, ch' è del rimanente Non vogliate negar l' esperienza, Diretro al sol, del mondo senza gente. Considerate la vostra semenza : Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguir virtute e conoscenza.
Page lxxxviii - Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante. Mentre che F uno spirto questo disse, L' altro piangeva sì, che di pietade Io venni men, così com' io morisse, E caddi come corpo morto cade.
Page lxxxviii - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 25 - Ond' esta oltracotanza in voi s' alletta? Perchè ricalcitrate a quella voglia, A cui non puote il fin mai esser mozzo > E che più volte v' ha cresciuta doglia? Che giova nelle fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo. Poi si rivolse per la strada lorda, E non fe' motto a noi : ma fe' sembiante D' uomo, cui altra cura stringa e morda, Che quella di colui che gli è davante.
Page lxix - Per me si va nella città dolente; per me si va nell' eterno dolore; per me si va tra la perduta gente.
Page lxix - Io era tra color che son sospesi, E donna mi chiamò beata e bella, Tal che di comandare io la richiesi. 55. Lucevan gli occhi suoi più che la stella; E cominciommi a dir soave e piana, Con angelica voce, in sua favella: 58.
Page lxxii - Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo. Gridando : Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo : I' vegno, per menarvi ali' altra riva Nelle tenebre eterne in caldo, e 'n gielo: E tu, che se...
Page 247 - Lo dì che han detto ai dolci amici addio; E che lo novo peregrin d'amore Punge , se ode squilla di lontano Che paia il giorno pianger che si more ; Quand' io incominciai a render vano L' udire , ed a mirare una dell'alme Surta , che l'ascoltar chiedea con mano.
Page 482 - Per lo regno mortai, ch'a lui soggiace, Diventa in apparenza poco e scuro, Se in mano al terzo Cesare si mira Con occhio chiaro e con affetto puro; Chè la viva giustizia che mi spira Gli concedette, in mano a quel ch' io dico, Gloria di far vendetta alla sua ira.
Page 402 - O sacrosante Vergini, se fami, Freddi, o vigilie mai per voi soffersi, Cagion mi sprona, ch