Poesie di Ossian, Volume 2Società tipog. dei classici italiani, 1820 |
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alfine allor alma amabile arpa arpe avea battaglia boschi braccio brando bujo cacciator Cairba Caledonj campo canto cantor canzone Carilo Cathmor ceruleo CESAROTTI chè chioma cielo colle Conallo Conaught convito Cormac Cormano Crimora crin Cucullino d'Ata d'Erina Dartula Dermino dolce donzella Druidi duce Erina eroi fama ferito fianco figlio Fillan Fillano Fingal foco Foldan Foldath fosco fuggi Gaulo gioja giovinetto guardo guerra guerrier innanzi intorno Irlanda irlandese l'alma l'arme l'asta l'eroe L'originale lagrime lancia Loclin Loda Luba Lumon lungi Moilena morte Morven Nathos nebbia nembo nemici notte notturna nube occhi Odin ondoso Oscar oscura Ossian padre passi petto piaggia pianto poema possente prode prosteso pugna quercia raggio risguardar rivo rupe ruscello sangue Scandinavia scudo Selama Selma sembra Silrico sospiro spada spirto Starno Sulmalla suono T. I. b Temora tempesta tenebrosa tomba torrente traduttore Tremmor ucciso Ullina Ulster valle veggo venne vento Vêr Vinvela zuffa
Popular passages
Page 40 - In faccia tua le stelle hanno di sé vergogna, e ad altra parte volgono i glauchi scintillanti sguardi. Ma dimmi, o bella luce: ove t'ascondi, lasciando il corso tuo, quando svanisce la tua candida faccia? Hai tu, com'io, l'ampie tue sale?
Page 40 - Hanno di sé vergogna, e ad altra parte Volgono i glauchi scintillanti sguardi. Ma dimmi, o bella luce, ove t'ascondi Lasciando il corso tuo, quando svanisce La tua candida faccia ? Hai tu, com'io, L'ampie tue sale ? o ad abitar ten vai Nell'ombra del dolor ? Cadder dal cielo Le tue sorelle ? o più non son coloro Che nella notte s'allegravan teco?
Page 40 - 1 seno oscuro Riveston liete di leggiadra luce. Chi ti pareggia, o della notte figlia, Lassù nel cielo? In faccia tua le stelle Hanno di sé vergogna, e ad altra parte io Volgono i glauchi scintillanti sguardi.
Page 44 - Dal suo odioso amore esser disciolta , Per allegrarmi alla gentil presenza Del mio bel Nato ! O fortunate , o care Colline d'Eta! Esse vedranno a caccia §5 I suoi vestigi ; esse vedran sovente II suo candido seno , allor che 1' aure Solleverangli la corvina chioma.
Page 310 - Hervey; l'illusione 716 di una sopravvivenza dell'estinto si origina, poi, nel ricordo dei versi di Ossian (Carritura) « pur tanto più generici e spogli di risonanze affettive »: « Posso cader, è vero, / ma tu Crimona, la mia tomba inalza. / Le bigie pietre, e un cumulo di terra / faran ch'io viva ancor spento e sotterra...
Page 121 - Che scompiglio è sul mar ? veggo affollarsi l'onde tremanti, Impaurite, o Sole, all'appressar de' tuoi splendidi passi. Sole del ciel, quanto è terribil mai < la tua beltà; quando vapor sanguigni sgorghi sul suoi, quando la morte oscura sta ne...
Page 41 - Dalle tue porte, e tu la nube, o vento, Spezza, onde possa la notturna figlia Mirar d'intorno, e le scoscese rupi Splendanle incontro, e l'ocean rivolga Nella sua luce i nereggianti flutti.
Page 16 - DelPamor mio la sospirata nave io spesso credo veder; spesso m'inganna la nebbia che si sparge a un'ombra intorno, spiegando al vento le cerulee falde.
Page 163 - Di picciolo mortai : passano gli anni, Volvonsi le stagioni , ei neghittoso Torpe in riposo vii : ma che ? la morte Vien sopra un nembo tenebrosa e muta , E 'l grigio capo inonorato atterra.
Page 51 - Anzi che in mezzo a' nembi il capo asconda. L'alma rideami fra' perigli pria Ch' io vedessi di Sclama la bella , Pria ch' io vedessi te, dolce Dartula , Simile a stella che di notte splende Sul colle: incontro a lei lenta s'avanza Nube , e minaccia la vezzosa luce. Siam nella terra del nemico; i venti Ci tradiro , mia cara: or non c'è presso Forza d' amici , e non le rupi d