Parnaso italiano: Dante Alighieri. t. 3 |
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alcun amor Angeli anime aspetto avea aver Beati Beatrice bella buon cagion CANTO Carte cerchio ch'a ch'è ch'io che'l chiama Dante chiaro ciascun cielo città cofa coll color colui cominciò convien corpo creata credi Crifto dico diffe difio divina dolce donna effer effo eterno famiglia nobile fiorentina fare fece fecondo fede figlio figliuolo figuratamente fiori foffe fole forma forte ftella gente giro grado gran grazia guarda l'altro l'anime l'un latina letizia libro luce lume luna luogo maggior Maria mente mezzo mira mondo mortali natura noftro nome nuovo occhi occhj padre pare parlar parole piacere Pietro poco poeta porta Poscia pria principio punto quafi quefto quei queſta quivi raggio regno rima ruota santa segno segue sommo Spirito terra torna uomo vede veder veggio Venere vero vidi vifta virtù viso viva voftro voglia volte
Popular passages
Page 94 - Le minuzie de' corpi, lunghe e corte, Muoversi per lo raggio, onde si lista Tal volta 1' ombra che per sua difesa La gente con ingegno ed arte acquista. E come giga ed arpa, in tempra tesa Di molte corde, fan dolce tintinno A tal da cui la nota non è intesa, Così da' lumi che lì m' apparinno S' accogliea per la croce una melode, Che mi rapiva senza intender 1
Page 41 - Per lo regno mortai, ch'a lui soggiace, Diventa in apparenza poco e scuro, Se in mano al terzo Cesare si mira Con occhio chiaro e con affetto puro; Chè la viva giustizia che mi spira Gli concedette, in mano a quel ch' io dico, Gloria di far vendetta alla sua ira.
Page 161 - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovil, dov' io dormii agnello Nimico ai lupi, che gli danno guerra ; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Page 88 - 1 verno prima II prun mostrarsi rigido e feroce, Poscia portar la rosa in su la cima: E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine all
Page 90 - Quell' Uno e Due e Tre che sempre vive, E regna sempre in Tre e Due e Uno, Non circonscritto, e tutto circonscrive, 30 Tre volte era cantato da ciascuno Di quegli spirti con tal melodia, Ch' ad ogni merto saria giusto muno.
Page 92 - Che ben mostrar disio de' corpi morti; Forse, non pur per lor, ma per le mamme, Per li padri , e per gli altri che fur cari , Anzi che fosser sempiterne fiamme.
Page 202 - Di tante cose, quante io ho vedute, Dal tuo podere e dalla tua bontate Riconosco la grazia e la virtute. Tu m'hai di servo tratto a liberiate Per tutte quelle vie, per tutt'i modi, Che di ciò fare avean la potestate. La tua magnificenza in me custodi Sì, che l'anima mia che fatta hai sana, Piacente a te dal corpo si disnodi.
Page 200 - Nel gran fior discendeva, che s' adorna Di tante foglie, e quindi risaliva Là dove il suo amor sempre soggiorna. Le facce tutte avean di fiamma viva, E l' ali d' oro, e 1' altro tanto bianco Che nulla neve a quel termine arriva. Quando scendean nel fior, di banco in banco Porgevan della pace e dell' ardore, Ch' egli acquistavan ventilando il fianco.
Page 113 - Tal, ch' è più grave a chi più s' abbandona; Perchè di provedenza è buon ch' io m' armi Sì che, se luogo m' è tolto più caro, Io non perdessi gli altri per miei carmi. Giù per lo mondo senza fine amaro, E per lo monte del cui bel cacume Gli...
Page 28 - E l' altro che Tobia rifece sano. Quel che Timeo dell' anime argomenta Non è simile a ciò che qui si vede, Però che, come dice, par che senta. Dice che l'alma alla sua stella riede, Credendo quella quindi esser decisa, Quando natura per forma la diede. E forse sua sentenzia è d'altra Che la voce non suona, ed esser puote Con intenzion da non esser derisa. S'egl' intende tornare a queste ruote L' onor dell' influenzia e il biasmo, forse In alcun vero suo arco percuote.