Giornale araldico-genealogico-diplomatico italiano, diretto dal cav. G.B. di Crollalanza, Volumes 9-10

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Page 282 - Corridor vidi per la terra vostra, O Aretini ; e vidi gir gualdane, Ferir torneamenti, e correr giostra, Quando con trombe, e quando con campane, Con tamburi e con cenni di castella, E con cose nostrali, e con istrane...
Page 282 - O poca nostra nobiltà di sangue, Se gloriar di te la gente fai Quaggiù, dove l'affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai ; Che là, dove appetito non si torce, 5 Dico nel cielo, io me ne gloriai. Ben se...
Page 284 - Non credo che la sua madre più m'ami , Poscia che trasmutò le bianche bende, Le quai convien che misera ancor brami. 26 Per lei assai di lieve si comprende, Quanto in femmina fuoco d' amor dura , Se l' occhio o il tatto spesso noi raccende.
Page 285 - Lo primo tuo rifugio e il primo ostello Sarà la cortesia del gran Lombardo , Che in su la Scala porta il santo uccello...
Page 282 - Ma io senti' sonare un alto corno , Tanto ch'avrebbe ogni tuon fatto fioco, Che contra se la sua via seguitando Dirizzò gli occhi miei tutti ad un loco. Dopo la dolorosa rotta, quando Carlo Magno perde la santa gesta, Non sonò sì terribilmente Orlando.
Page 283 - Or te ne va: e perchè se' vivo anco, Sappi che il mio vicin Vitaliano Sederà qui dal mio sinistro fianco. Con questi Fiorentin son Padovano; 70 Spesse fiate m'intronan gli orecchi, Gridando: Vegna il cavalier sovrano,.
Page 283 - L' aquila da Polenta la si cova, SI che Cervia ricopre co' suoi vanni. La terra che fe' già la lunga prova, E di Franceschi sanguinoso mucchio, Sotto le branche verdi si ritrova. 45 E il Mastin vecchio, e il nuovo da Verrucchio, Che fecer di Montagna il mal governo, Là, dove soglion, fan de
Page 284 - Vid' io Fiorenza in si fatto riposo, Che non avea cagione onde piangesse. Con queste genti vid' io glorioso, E giusto il popol suo tanto, che il giglio Non era ad asta mai posto a ritroso, Nè per division fatto vermiglio.
Page 282 - Venimmo al pie d'un nobile castello, Sette volte cerchiato d'alte mura, Difeso intorno d'un bel fiumicello. Questo passammo, come terra dura: Per sette porte intrai con questi savi; Giugncmmo in prato di fresca verdura. Genti v'eran con occhi tardi e gravi, Di grande autorità ne' lor sembianti: Parlavan rado, con voci soavi.
Page 282 - Ben se' tu manto che tosto raccorce, Si che se non s'appon di die in die, Lo tempo va dintorno con le force.

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