Racconti Presi Dalla Divina Commedia

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Rivingtons, 1903 - 149 pages
 

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Page 5 - O Tosco, che per la città del foco Vivo ten vai così parlando onesto, Piacciati di ristare in questo loco. La tua loquela ti. fa manifesto Di quella nobil patria natio, Alla qual forse fui troppo molesto. Subitamente questo suono uscio D'una del1'arche: però m'accostai, Temendo, un poco più al' duca mio. Ed ei mi disse: Volgiti: che fai? Vedi là Farinata che s' è dritto : Dalla cintola in su tutto il vedrai.
Page 85 - Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor del regno, quasi lungo il Verde, Dov' ei le trasmutò a lume spento. Per lor maledizion sì non si perde, Che non possa tornar l' eterno amore, Mentre che la speranza ha fior del verde.
Page 20 - Li pensier ch' hai si faran tutti monchi. Allor porsi la mano un poco avante, E colsi un ramicel da un gran pruno : E il tronco suo gridò : Perchè mi schiante ? Da che fatto fu poi di sangue bruno, Ricominciò a gridar: Perchè mi scerpi? Non hai tu spirto di pietate alcuno? Uomini fummo, ed or sem fatti sterpi : Ben dovrebb' esser la tua man più pia, Se state fossim
Page 34 - Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d' onor sì degno. E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede. Un poco attese, e poi : Da ch...
Page 11 - Ed io a lui: Da me stesso non vegno. Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Page 62 - Orribil furon li peccati miei ; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 80 - ... baroni che gli erano da lato in latino : " Hoc est signum Dei, perocché questa cimiera appiccai io colle mie mani in tal modo, che non dovea potere cadere *. Ma però non lasciò, ma come valente signore prese cuore, e incontanente si mise alla battaglia, non con sopransegne reali, per non essere conosciuto per lo re, ma come un altro barone, lui fedendo francamente nel mezzo della battaglia; ma però i suoi poco durare, che già erano in volta : incontanente furono sconfitti, e lo re Manfredi...
Page 13 - Restato m' era, non mutò aspetto. Nè mosse collo, nè piegò sua costa. E se, continuando al primo detto, S' egli han quell' arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della donna che qui regge, Che tu saprai quanto quell
Page 17 - Ma fu' io sol colà, dove sofferto Fu per ciascun di torre via Fiorenza, Colui, che la difesi a viso aperto. Dch se riposi mai vostra semenza, Prega' io lui, solvetemi quel nodo, Che qui ha inviluppata mia sentenza.
Page 106 - La vostra nominanza è color d' erba, Che viene e va, e quei la discolora, Per cui ell

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