Accenni autobiografici nella Divina commedia: lettere al fratello Prof. Carlo

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Venice R. istituto veneto, 1898 - 22 pages
 

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Page 721 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto Quanto veduta non n' aveva alcuna '. Noi ci allegrammo ; e tosto tornò in pianto : Che dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l' acque; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù , com' altrui piacque, Infin che
Page 719 - Ch' io ho veduto tutto il verno prima II prun mostrarsi rigido e feroce, Poscia portar la rosa in su la cima; E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine all
Page 713 - L' alba vinceva 1' ora mattutina Che fuggia innanzi, sì che di lontano Conobbi il tremolar della marina. Noi andavam per lo solingo piano Com' uom che torna alla smarrita strada, Che infino ad essa li par ire in vano.
Page 3 - Hic canit errantem lunam solisque labores, unde hominum genus et pecudes, unde imber et ignes, Arcturum pluviasque Hyadas geminosque Triones, quid tantum Oceano properent se tingere soles 745 hiberni, vel quae tardis mora noctibus obstet.
Page 705 - Dante era de' maggiori governatori della nostra città, e di quella parte, bene che fosse guelfo; e però sanza altra colpa colla detta parte Bianca fu cacciato e sbandito di Firenze, e andossene allo Studio a Bologna, e poi a Parigi, e in più parti del mondo. Questi fu grande letterato quasi in ogni scienza...
Page 704 - L' esilio, che m' è dato, onor mi tegno : E, se giudizio o forza di destino Vuoi pur che il mondo versi I bianchi fiori in persi ; Cader tra
Page 703 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere e il salir per l' altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle, Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contro a te ; ma poco appresso Ella, non tu, n
Page 5 - Saltem si qua mihi de te suscepta fuisset " Ante fugam suboles ; si quis mihi parvulus aula " Luderet .¿Eneas, qui te tamen ore referret ; " Non equidem omnino capta ac deserta viderer.
Page 720 - Non sien le genti ancor troppo sicure A giudicar, sì come quei che stima Le biade in campo pria che sien mature; Ch...
Page 710 - Ma quelle e' hanno intelletto ed amore. La provvidenza, che cotanto assetta, Del suo lume fa '1 ciel sempre quieto, Nel qual si volge quel e' ha maggior fretta. Ed ora lì, come a sito decreto, Cen porta la virtù di quella corda, Che ciò che scocca, drizza in segno lieto. Ver è che, come forma non s...

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