Scritti su Dante, Volume 1

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Tip. reale G. Burato, 1872
 

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Page 237 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere, e 'l salir per l' altrui scale. E quel, che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n
Page 442 - Bolle l' inverno la tenace pece, A rimpalmar li legni lor non sani Che navicar non ponno ; e 'n quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda e chi da poppa ; Altri fa remi ed altri volge sarte, Chi terzeruolo ed artimon rintoppa: Tal non per fuoco ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che 'nviscava la ripa d' ogni parte. 1' vedea lei , ma non vedeva in essa Ma che le bolle che 1 bollor levava , E gonfiar tutta e riseder...
Page 145 - Ciò che narrate di mio corso, scrivo, E serbolo a chiosar con altro testo A donna, che 'l saprà, s' a lei arrivo. Tanto vogl' io, che vi sia manifesto, Pur che mia coscienza non mi garra, Ch' alla Fortuna, come vuoi, son presto.
Page 448 - Che il giardin dello imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color già tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com
Page 66 - Maestro accorto lo sospinse, Dicendo: Via costà con gli altri cani. Lo collo poi con le braccia mi cinse, Baciommi il volto, e disse: Alma sdegnosa, Benedetta colei che in te s'incinse.
Page 81 - Maestro, che è quel ch' i' odo? E che gent' è, che par nel duol sì vinta ? Ed egli a me: Questo misero modo Tengon l' anime triste di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli, che non furon ribelli, Nè fur fedeli a Dio, ma per sè foro. Cacciarli i Ciel per non esser men belli ; Nè lo profondo Inferno gli riceve, Ch' alcuna gloria i rei avrebber d
Page 247 - Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, né piegò sua costa : E se, continuando al primo detto, Egli han quell'arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della Donna che qui regge, Che tu saprai quanto queir arte pesa. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi : perché quel popolo è sì empio Incontr' a' miei in ciascuna sua legge ? Ond...
Page 329 - Non avea catenella, non corona, Non donne contigiate, non cintura Che fosse a veder più che la persona. Non faceva nascendo ancor paura La figlia al padre, che il tempo e la dote Non fuggian quinci e quindi la misura. Non avea case di famiglia vote: Non v' era giunto ancor Sardanapalo A mostrar ciò eh
Page 282 - Sire della Cortesia che -la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria della sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice...
Page 441 - Adice percosse, O per tremuoto, o per sostegno manco ; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano è sì la roccia discoscesa, Ch...

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