Storia d'Italia dal 1815 al 1850, Volume 2Società editrice italiana, 1861 |
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addi alcuni allora altre anco animi armi Austriaci avea aver battaglione buon camera cannoni capo cardinale Carlo Alberto case certo chiamato Chiesa città cittadini combattere cominciò comune consiglio conte corte costituzione credere d'Italia dato deliberazione deputati desiderio dicendo dichiarazione diritto duca erano esercito fare fece forza fosse fossero francese Francia fuoco furono generale giorno governo gran granduca di Toscana grida guardia guerra indipendenza Italia italiana lasciando lega legge libertà Lombardia lungo luogo maggiore mandato mano medesimo mente mezzo Milano minaccia ministro morte Napoli nazionale nemici nome numero nuovo occupavano opera ordini pace papa pari parlamento parole passo patria perduto piazza Piemonte piemontese pochi poco politica pontefice popolo porte possa potere prese presidente principe propria provincie pubblica quei quivi ragione reggimento regno repubblica ritorno Santa sarebbe seguito sera Sicilia Siciliani signor sino soldati Storia tenere Toscana trovò truppe ufficiali vedere Venezia venire vero verso volontari zione
Popular passages
Page 1076 - E se non fosse, che ancor lo mi vieta La riverenza delle somme chiavi, Che tu tenesti nella vita lieta, I' userei parole ancor più gravi ; Che la vostra avarizia il mondo attrista, Calcando i buoni e sollevando i pravi. Di voi, pastor, s'accorse il Vangelista, Quando colei, che siede sopra l'acque, Puttaneggiar co...
Page 1085 - ... vivere, che colui che lascia quello che si fa per quello che si doverrebbe fare, impara più tosto la ruina che la preservazione sua: perché uno uomo, che voglia fare in tutte le parte professione di buono, conviene rovini infra tanti che non sono buoni.
Page 1076 - Fatto v'avete Dio d'oro e d'argento : E che altro è da voi all'idolatre, Se non ch'egli uno, e voi n'orate cento? Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Page 1087 - Nondimeno, si vede per esperienza ne' nostri tempi, quelli principi aver fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con...
Page 1076 - Quegli ch' usurpa in terra il luogo mio, ii luogo mio, il luogo mio, che vaca Nella presenza del Figliuol di Dio, Fatto ha del cimiterio mio cloaca, Del sangue e della puzza, onde il perverso, Che cadde di quassù, laggiù si placa.
Page 1078 - Non veggio di vertù , eh' al mondo è spenta , Né trovo chi di mal far si vergogni . Che s'aspetti non so, né che s'agogni Italia, che suoi guai non par, che senta, Vecchia , oziosa , e lenta . Dormirà sempre, e non fia chi la svegli ? Le man...
Page 1085 - ... né di crudele, né di laudabile né d'ignominioso; anzi, posposto ogni altro rispetto, seguire al tutto quel partito che le salvi la vita, e mantenghile la libertà.
Page 1090 - Il che non fia molto difficile, se vi recherete innanzi le azioni e vite de
Page 1091 - Italia vegga dopo tanto tempo apparire un suo redentore. Né posso esprimere con quale amore ei fussi ricevuto in tutle quelle provincie che hanno patito per queste illuvioni esterne; con qual sete di vendetta, con che ostinata fede, con che pietà, con che lacrime. Quali porte se gli serrerebbono ? quali popoli gli negherebbono la obbedienza? quale invidia se gli opporrebbe? quale Italiano gli negherebbe l'ossequio? A OGNUNO PUZZA QUESTO BARBARO DOMINIO.
Page 254 - I destini d'Italia si maturano: sorti più felici arridono agli intrepidi difensori di conculcati diritti. Per amore di stirpe, per intelligenza di tempi, per comunanza di voti. Noi ci associamo primi a quell'unanime ammirazione che vi tributa l'Italia. Popoli della Lombardia e della Venezia!