Figure di poeti e visioni di poesia

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Fratelli Treves, 1922 - 299 pages
 

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Popular passages

Page 251 - L'umana compagnia, Tutti fra se confederati estima Gli uomini, e tutti abbraccia Con vero amor, porgendo Valida e pronta ed aspettando aita Negli alterni perigli e nelle angosce Della guerra comune.
Page 117 - ... e vidi lume in forma di rivera fulvido di fulgore, intra due rive dipinte di mirabil primavera. Di tal fiumana uscian faville vive, e d'ogne parte si mettien ne...
Page 111 - Quali per vetri trasparenti e tersi, o ver per acque nitide e tranquille, non sì profonde che i fondi sien persi, tornan de...
Page 274 - Fior tricolore, Tramontano le stelle in mezzo al mare E si spengono i canti entro il mio core.
Page 297 - La base della monarchia italiana è democratica, il plebiscito: il vertice è l'idealità della patria una. E io credo di rendere al re d'Italia il massimo onore, quando io lo veggo in fantasia su l'Alpi giulie a cavallo, capo del suo popolo, segnare con la spada i naturali confini della più gran nazione latina (Lunghi ed entusiastici applausi).
Page 241 - Fur dell'umana gente, allor che ignuda Te per le piagge ei colli, Ciprigna luce, alla deserta notte Con gli occhi intenti il viator seguendo, Te compagna alla via, te de
Page 114 - Che ben mostrar disio de' corpi morti; Forse, non pur per lor, ma per le mamme, Per li padri , e per gli altri che fur cari , Anzi che fosser sempiterne fiamme.
Page 77 - Nel suo profondo vidi che s'interna legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squaderna; sustanze e accidenti e lor costume, quasi conflati insieme, per tal modo che ciò ch'i' dico è un semplice lume. La forma universal di questo nodo credo ch'i' vidi, perché più di largo, dicendo questo, mi sento ch'i
Page 21 - Sì ch' ella macchia ogni più tersa idea ; Più lustri or son ch'ei la natal sua immonda Favella in piena oblivion ponea; E al vago dir, che l'alma Flora inonda, E labro e penna ed animo volgea. Se niun di voi, cigni dell'Arno, or vede Spurio vestigio nel costui...
Page 240 - Tu, solingo augellin, venuto a sera Del viver che daranno a te le stelle, Certo del tuo costume Non ti dorrai; che di natura è frutto Ogni vostra vaghezza.

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