Lettere storiche di Luigi da Porto, Vicentino, dall'anno 1509 al 1528Le Monnier, 1857 - 446 pages |
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alcuni altra Alviano Alvise artiglieria assai avendo Bandello battaglia battaglia di Ravenna Bembo Bologna Brescia Brisighella buona cagione campo capitano Cappelletti cardinale casa castello cavalli leggieri ch'è ch'egli ch'io chè città Cividale combattere costui credere d'ogni detto dice duca erano esercito essendo eziandio fanteria fanti fece Ferrara figliuola fiume Foix Francesi Francia frate Lorenzo Friuli furono Ghiaradadda giorno giovane Girolamo Giulietta e Romeo gran grandissima Gritti guerra Guicciardini imperiali Isonzo l'artiglieria l'esercito lasciando Legnago Lombardia Lonigo Luigi Da Porto luogo maggior mandato Mantova marcheschi Massimiliano Matteo Bandello medesimo mente messer Antonio miglia misero monte Montecchi morte nemici notte novella Padova papa papa Giulio passato perciocchè Pietro Pitigliano poco poscia poteva preso presso prigione provveditore Ravenna robe sapere Savorgnano Scolari seco signor soldati Spagnuoli stima storico Stradiotti Tedeschi terra tosto Trevigi Triviglio trovarono Udine uomini d'arme uomo Vedi Lettera venire venne Verona veronese verso vicentino Vicenza Vinegia Viniziani
Popular passages
Page 404 - Guarda com' està fiera è fatta fella , Per non esser corretta dagli sproni , Poi che ponesti mano alla predella. O Alberto Tedesco, che abbandoni Costei eh...
Page 410 - E quel, che vedi nell' arco declivo, Guglielmo fu, cui quella terra plora, Che piange Carlo e Federigo vivo : Ora conosce come s' innamora Lo Ciel del giusto rege, ed al sembiante Del suo fulgore il fa vedere ancora.
Page 404 - Che il giardin dello imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color già tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com
Page 407 - O per tremuoto , o per sostegno manco ; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano, è si la roccia discoscesa, Ch...
Page 356 - Dio, riserrate il sepolcro ed andatevene, in guisa ch'io mora; ovver porgetemi un coltello, ch'io nel mio petto ferendo di doglia mi tragga. O padre mio! o padre mio! ben mandaste la lettera, ben sarò io maritata! ben mi guiderete a Romeo! Vedetelo qui nel mio grembo già morto.
Page 407 - Viniziani bolle l'inverno la tenace pece a rimpalmare i legni lor non sani, che navicar non ponno; e in quella vece chi fa suo legno novo, e chi ristoppa le coste a quel che più viaggi fece; chi ribatte da proda, e chi da poppa; altri fa remi, e altri volge sarte; chi terzeruolo e artimon...
Page 407 - Bolle 1' inverno la tenace pece A rimpalmar li legni lor non sani, Che navicar non ponno ; e in quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda, e chi da poppa ; Altri fa remi, ed altri volge sarte ; Chi terzeruolo, ed artimon rintoppa...
Page 353 - ... quali antica sepoltura di tutti i Cappelletti era, e nel quale la bella giovane si stava. A questo accostatosi Romeo (che forse verso le quattr'ore poteva essere), e, come uomo di gran nerbo ch'egli era, per forza il coperchio levatogli, e con, certi legni, che seco portati aveva, in modo puntellato avendolo, che contra sua voglia chiuder non si potea, dentro vi entrò e lo rinchiuse. Avea seco lo sventurato...
Page 49 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Page 356 - Al quale disse la donna : Padre, altro non vi domando che questa grazia, la quale per lo amore che voi alla felice memoria di costui portaste (e mostrògli Romeo) mi farete volentieri ; e questo fia, di non far mai palese la nostra morte, acciò che...