Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina commedia precedute da alcune osservazioni di P. Villari

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Tipografia Nistri, 1863 - 120 pages
 

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Page xxi - Ed io a lui: Io mi son un che, quando Amore spira noto, ed a quel modo Che detta dentro vo significando. O frate, issa vegg'io, diss'egli, il nodo Che il Notaio e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch' i
Page 20 - Audi filia, et vide, et inclina aurem tuam : et obliviscere populum tuum, et domum patris tui.
Page 41 - Lo imperador del doloroso regno Da mezzo il petto uscia fuor della ghiaccia; E più con un gigante io mi convegno, Che i giganti non fan con le sue braccia: Vedi oggimai quant' esser dee quel tutto Ch' a così fatta parte si confaccia.
Page li - L'inferno dà un posto d'onore ad Omero, a Piatone, ad Aristotele, e per questi pagani, pei quali la leggenda non aveva pietà, esso sospende i suoi tormenti. Catone pagano, suicida, ma eroe di libertà, è messo a guardia del purgatorio, ed egli è Degno di tanta reverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo. E nel paradiso, quando il poeta vede l'aquila misteriosa, composta dalle luci sante dei beati insieme raccolti, Traiano è primo fra quelli che ne circondano l'occhio, perchè...
Page li - Carro già era sparito, vidi presso di me un veglio solo, degno di tanta reverenza in vista, che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista portava, a' suoi capelli simigliante, de' quai cadeva al petto doppia lista.
Page xxi - Ed io a lui: Io mi son un che, quando Amor mi spira, noto; ed a quel modo Che detta dentro, vo' significando. O frate, issa veggio, disse, il nodo, Che il Notaro e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch' i
Page li - Chi crederebbe giù nel mondo errante, Che Rifeo Troiano in questo tondo Fosse la quinta delle luci sante? Ora conosce assai di quel che il mondo 70 Veder non può della divina grazia, Benché sua vista non discerna il fondo. Qual lodoletta che in aere si spazia Prima cantando, e poi tace contenta Dell' ultima dolcezza che la sazia ; 75 Tal mi sembiò l
Page lii - Ed ei mi disse : Volgiti : che fai ? Vedi là Farinata, che s' è dritto : Dalla cintola in su tutto il vedrai. Io avea già il mio viso nel suo fitto ; Ed ei s...
Page xxi - Ma di' s' io veggio qui colui che fuore Trasse le nuove rime, cominciando : 50 Donne cK avete intelletto cf amore. Ed io a lui : Io mi son un che, quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro, vo significando. O frate, issa vegg...
Page xix - Il poeta ha una grande esperienza degli uomini, ed un continuo sogghigno sulle labbra ; perchè egli vede, sotto la sua penna, un mondo di sogni e di fantasmi trasformarsi nel mondo reale di uomini schiavi delle loro passioni e dei pregiudizi che essi medesimi crearono. Quella tendenza che noi osserviamo continuamente nel Boccaccio, di dar carattere storico ai suoi personaggi , determinare la nascita, la patria, la vita, il nome di uomini che vissero solo nella fantasia del popolo, ci prova chiaro...

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