L'amore passionale: sul canto Vo dell'Inferno ; La visione di Dio :sul canto XXXIIIo del Paradiso

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S. Lattes, 1920 - 61 pages
 

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Page 24 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 44 - Dai concetti mortali, alla mia mente Ripresta un poco di quel che parevi, E fa la lingua mia tanto possente, Ch'una favilla sol della tua gloria Possa lasciare alla futura gente; Che, per tornare alquanto a mia memoria,73 E per sonare un poco in questi versi, Più si conceperà di tua vittoria.
Page 47 - Nel suo profondo vidi che s'interna legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squaderna; sustanze e accidenti e lor costume, quasi conflati insieme, per tal modo che ciò ch'i' dico è un semplice lume. La forma universal di questo nodo credo ch'i' vidi, perché più di largo, dicendo questo, mi sento ch'i
Page 61 - Ma non eran da ciò le proprie penne; Se non che la mia mente fu percossa Da un fulgore in che sua voglia venne.
Page 28 - Per me si va nella città dolente; Per me si va nell'eterno dolore; Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto Fattore : Fecemi la divina Potestate, La somma Sapienza e il primo Amore. Dinanzi a me non fur cose create Se non eterne, ed io eterno duro: Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate ! Queste parole di colore oscuro Vid'io scritte al sommo d'una porta; Perch' io : Maestro, il senso lor m
Page 23 - Vedrai, quando saranno Più presso a noi ; e tu allor li prega Per quell' amor che i mena; e quei verranno. Sì tosto come il vento a noi li piega, Mossi la voce : O anime affannate, Venite a noi parlar, s
Page 23 - Semiramis di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa: tenne la terra che il Soldan corregge.
Page 22 - Minos a me, quando mi vide, lasciando l'atto di cotanto uffizio; « guarda com'entri, e di cui tu ti fide: non t'inganni l'ampiezza dell'entrare. » E il duca mio a lui: « Perché pur gride? Non impedir lo suo fatale andare: vuoisi cosi colà, dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare.
Page 59 - O somma luce, che tanto ti levi dai concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, eh" una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria, e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria. Io credo, per 1' acume eh' io soffersi del vivo raggio, eh' io sarei smarrito, se gli occhi miei da lui fossero aversi.
Page 29 - Quell' uno e due e tre che sempre vive, E regna sempre in tre e due ed uno...

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