Saggi critici

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Successori Le Monnier, 1884 - 388 pages
 

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Page 110 - Stazio la gente ancor di là mi noma : Cantai di Tebe, e poi del grande Achille, Ma caddi in via con la seconda soma. Al mio ardor fur seme le faville, Che mi scaldar, della divina fiamma, Onde sono allumati più di mille; Dell' Eneida dico, la qua1 mamma Furami, e furami nutrice poetando: Senz' essa non fermai peso di dramma.
Page 104 - Io mi son un che, quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro, vo significando. O frate, issa vegg...
Page 70 - Saturno s' infuse , e l' alma terra Di sotto germogliò novelle erbette E il rugiadoso loto e il fior di croco E il giacinto , che in alto li reggea Soffice e folto. Qui corcarsi , e densa Li ricopriva una dorata nube Che lucida piovea dolce rugiada. Sul...
Page 110 - E più saranno ancora, infln che il Veltro Verrà, che la farà morir di doglia. Questi non ciberà terra né peltro, Ma sapienza e amore e virtute, E sua nazion sarà tra feltro e feltro. 105 Di quell'umile Italia fia salute, Per cui mori la vergine Camilla, Eurialo, e Turno, e Niso di ferute. Questi la caccerà per ogni villa, Fin che l'avrà rimessa nell'Inferno, 110 Là onde invidia prima dipartilla. Ond...
Page 110 - Cerca, misera, intorno da le prode le tue marine, e poi ti guarda in seno. s'alcuna parte in te di pace gode.
Page 24 - Non più Benaco, ma Mincio si chiama Fino a Governo, dove cade in Po. Non molto ha corso, che trova una lama, Nella qua! si distende e la impaluda, E suol di state talora esser grama. Quindi passando la vergine cruda, Vide terra nel mezzo del pantano, Senza cultura e d' abitanti nuda. Lì, per fuggire ogni consorzio umano, Ristette co' suoi servi a far sue arti, E visse, e vi lasciò suo corpo vano.
Page 182 - Morì di 69 anni , mesi 7 e 14 dì il 28 ottobre 1587 vegnente il 29 del detto mese, nella sua villa di Gangalandi. Il Cecchi dice di sè nello Spirito essere un omiciatto nè vecchio, nè giovane, non letterato, nè anco senza lettere, e tessuto alla piana, e nelle Maschere si dice di quel ceppo che non ha mai perduto la cupola di veduta, e che questo attaccamento a Firenze si riscontrava ogni volla quasi ch' ei formava proscenio , e di 18 commedie, ch' egli fino allora aveva scritte , quattordici...
Page 260 - L;i fronte mi baciò, mi guardò fiso E mi disse con aria di fratello: Questa d'arte e di vita ansia segreta Ti strugge il core. A che ti stai, poeta? Lega al mio legno il gracile battello.
Page 180 - Send' oggi degl' ingegni così desti di' e' sanno intender senza turcimanno. » Queste commedie facevano parte talora delle cene principesche, e la Cassarla, come sappiamo da un antico scrittore di cose culinarie, fu rappresentata tra l'altre volte innanzi ad una magnifica cena di carne e pesce che fece don Ercole da Este, allora duca di Chartres, il 24 gennaio 1529 al duca di Ferrara suo pa.dre e ad altri principi e ambasciadori. E i comici erano magnificamente guiderdonati. Così alla rappresentazione...
Page 84 - Illae autem, paribus quas fulgere cernis in armis, concordes animae nunc et dum nocte premuntur, heu quantum inter se bellum, si lumina vitae attigerint, quantas acies stragemque ciebunt, aggeribus socer Alpinis atque arce Monoeci 830 descendens, gener adversis instructus Eois.

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