Studi danteschi, Volume 1

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Tip. A. Rossi, 1890
 

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Page 152 - E sempre di mirar faceasi accesa. A quella luce cotal si diventa, Che volgersi da lei per altro aspetto È impossibil che mai si consenta; Però che il ben, ch' è del volere obbietto, Tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella È difettivo ciò ch' è lì perfetto. Omai sarà più corta mia favella, Pure a quel ch' io ricordo, che d' infante Che bagni ancor la lingua alla mammella.
Page 17 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria. Io credo, per l'acume ch'io soffersi del vivo raggio, ch'i' sarei smarrito, se li occhi miei da lui fossero aversi.
Page 21 - Nell' ordine ch' io dico sono accline Tutte nature, per diverse sorti Più al principio loro e men vicine; Onde si muovono a diversi porti Per lo gran mar dell' essere, e ciascuna Con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il fuoco inver la Luna; Questi ne' cuor mortali è promotore; Questi la terra in sé stringe e aduna.
Page 13 - Chi dietro a iura, e chi ad aforismi Sen giva, e chi seguendo sacerdozio, E chi regnar per forza o per sofismi, E chi rubare, e chi civil negozio, Chi, nel diletto della carne involto, S...
Page 120 - Che ben mostrar disio de' corpi morti: Forse non pur per lor , ma per le mamme, Per li padri, e per gli altri che fur cari, Anzi che fosser sempiterne fiamme. Ed ecco intorno di chiarezza pari Nascer un lustro sopra quel che v' era, A guisa d
Page 19 - Perchè men paja il mal futuro e 1 fatto, Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso, E nel vicario suo Cristo esser catto '. Veggiolo un' altra volta esser deriso : Veggio rinnovellar l' aceto e 'l fele, E tra vivi ladroni essere anciso 3.
Page 172 - Io venni in loco d' ogni luce muto. Che mugghia, come fa mar per tempesta, Se da contrari venti é combattuto. La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina, Voltando e percotendo li molesta.
Page 151 - Esce di mano a lui che la vagheggia prima che sia, a guisa di fanciulla che piangendo e ridendo pargoleggia, l'anima semplicetta che sa nulla, salvo che, mossa da lieto fattore, volentier torna a ciò che la trastulla. 90 Di picciol bene in pria sente sapore; quivi s' inganna, e dietro ad esso corre, se guida o fren non torce suo amore.
Page 65 - E dinanzi alla sua spirital corte, Et coram patre le si fece unito , Poscia di di in dì l' amò più forte. Questa, privata del primo marito, Mille e cent...
Page 106 - D' una radice nacqui ed io ed ella : Cunizza fui chiamata; e qui refulgo, Perché mi vinse il lame d' està stella. Ma lietamente a me medesma indulgo La cagion di mia sorte, e non mi noia; Che forse parria forte al vostro vulgo. Di questa luculenta e cara gioia Del nostro cielo, che più m' è propinqua, Grande fama rimase ; e, pria che muoia, Questo centesim' anno ancor s

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