L' Angel di Dio, che siede 'n su la porta. 129 Prima convien che tanto 'l Ciel m' aggiri Di fuor da essa, quant' io feci in vita, Perchè 'ndugiai al fin li buon sospiri; Se orazione in prima non m' aita, 132 Che surga su di cuor che 'n grazia viva: L'altra che val, che 'n Ciel non è udita? 135 E già 'l Poeta innanzi mi saliva, E dicea: vieni omai; vedi ch'è tocco Meridian dal Sole, ed alla riva Cuopre la notte già col piè Marocco. 130-134. Suppone che coloro i quali indugiarono sino alla morte il pentimento, siano costretti a girar fuori della porta guardata dall'Angelo per uno spazio di tempo uguale a quello della loro vita, se 138 non viene a soccorrerli qualche orazione che mova da un cuore che viva in grazia di Dio. 137–138. Vedi ch'è tocco ec., vedi che il Sole è già pervenuto a toccare il meridiano. FINE DEL CANTO QUARTO CANTO V I。 ARGOMENTO. Che dentro al terren corpo alma sen vada In quella di lor pene aspra contrada. era già da quell' ombre partito, 5. Lo raggio, intendi del Sole da sinistra, perchè suppone che camminassero col Sole alla de stra. 6. Comé vivo par che si condu 3 6 Perchè l'animo tuo tanto s' impiglia, Disse 'l Maestro, che l'andare allenti? Dissilo alquanto del color consperso, Venivan genti innanzi a noi un poco, Cantando Miserere a verso a verso. Quando s'accorser ch' io non dava loco me solo, me solo, ed ha questa to dire, l'attività dell' altro. ripetizione maggior forza e cer 12 15 18 21 24 20-21. Dissilo consperso alquanto di quel colore che talvolta fa l'uomo degno di perdono, cioè nel dirlo mi tinsi di rossore, che, 10. S' impiglia s' intriga, s'im- essendo indizio di vergogna e di paccia. pentimento, talvolta ci fa degni di 12. Si pispiglia, si bisbiglia, si perdono dove meriteremmo una Per lo mio corpo al trapassar de' raggi, Se Di prima notte mai fender sereno, lo mio corpo al trapassar de' raggi: impediva il passaggio de' raggi solari pel corpo mio. 27.Oh! interjezione di maraviglia. 29-30. E dimandárne, ottiene qui il medesimo senso che e ne dissero saggi, consapevoli. 32. Ritrarre per rapportare, riferire. 36. Ed esser può lor caro; per le nuove, come vuol inferire, che porterà ai vivi congiunti di loro, acciocchè orando a Dio, possano abbreviar il tempo della pena; come di questo vedremo che lo pregheranno. 27 30 33 36 39 42 sapori nel primo dei casi accennati potrebbon essere o quelle strisce di fuoco che a guisa di razzi cadono dall' alto e volgarmente si credono stelle che movansi, od anche veri razzi ai quali il Poeta abbia voluto alludere. Nel secondo caso poi accennano, per avviso del Torelli, quella meteora di lampi che a guisa di batteria si vedono scherzare in seno alle nubi principalmente nel cuor della state ed al cadere del Sole. 40. In meno, cioè in minore spazio di tempo. 42. Senza freno, quanto mai può 37-39. Vapori accesi ec. Questi correre. |