CANTO XXVI ARGOMENTO In pianto e fuoco l'anima s'affina, Dante conosce Guido Guinicelli Testor si dolce d'amorosi versi; E Arnaldo Daniello anch'è con quelli. Mentre che sì per l'orlo, uno innanzi altro 3. Giovi ch' io ti scaltro: basti ch'io ti fo di ciò scaltrito, e ammaestrato. 3 6 destro il Sole, raggiando il quale, tutto l'occidente mutava già in bianco l'aspetto cilestro. 4-6. Feriami'l Sole ec. Costruisci 7-9. Facea con l'ombra più e spiega: Feriami in su l'omero rovente Parer la fiamma. Accenna Questa fu la cagion che diede inizio A dir: colui non par corpo fittizio. 12 15 Certi si feron, sempre con riguardo Di non uscir dove non fossero arsi. O tu, che vai, non per esser più tardo, Ma forse reverente, agli altri dopo, Rispondi a me che 'n sete ed in fuoco ardo. 18 Nè solo a me la tua risposta è uopo; Chè tutti questi n' hanno maggior sete, Chè d'acqua fredda Indo o Etiopo. Dinne com'è che fai di te parete Al Sol, come se tu non fossi ancora Di morte entrato dentro dalla rete. Sì mi parlava un d'essi; ed io mi fora Già manifesto, s'io non fossi atteso Ad altra novità ch' apparse allora ; Chè per lo mezzo del cammino acceso Venne gente col viso incontro a questa, La qual mi fece a rimirar sospeso. la proprietà del fuoco, di sembrar nell' ombra vie più rosso ed acceso. E E pure ec. E vidi molt'ombre andando por mente solo a tanto indizio, cioè a questo segnale ch'io era là col mortal corpo. 18. Sete, metaforicamente, per desiderio di sapere, odi risposta, come nel terzetto seguente dichiara esso medesimo che parla. 21 24 27 30 Li veggio d'ogni parte farsi presta 'S' ammusa l' una con l'altra formica, Poi come gru, ch' alle montagne Rife 33 Senza restar, senza fermarsi, 35. S'ammusa ec.: scontrasi muso a muso. 36. Forse a spiar lor via, forse per aver contezza reciproca del loro viaggio; e lor fortuna, e della quantità dei viveri raccolti. 37. Tosto che parton ec. Recato per interiezione il paragone delle formiche, prosiegue a narrare ciò che quelle anime si facevano. 4v. La nuova gente, quella che vide venir incontro alla prima, cui stava osservando gridava Soddoma e Gomorra, Soddoma e Gomorra furono città della Palestina dedite al vizio carnale contro natura, e però distrutte da celeste fuoco: così adunque gri DANTE V. 11 33 36 39 42 45 L'una gente sen va, l'altra sen viene; Essi medesmi che m' avean pregato, Le membra mie di là, ma son qui meco бо Donna è di sopra che n' acquista grazia; Per che'l mortal pel vostro mondo reco. Ma, se la vostra maggior voglia sazia Tosto divegna, sì che 'l Ciel v' alberghi Ch' è pien d'amore, e più ampio si spazia, 63 Ditemi, acciocchè ancor carte ne verghi, 52. Grato, sustantivo, per pia- zia reco'l mortal, il mortal corpo, cere, grado, desiderio. 55. Non son rimase ec. Cioè non sono io morto nè in giovanile nè in vecchia età, ma son vivo an pel vostro mondo, per le regioni vostre. 61. La vostra maggior voglia, ciò che più bramate, di passare cioè nel Paradiso. 63. Ch'è pien d'amore, e più ampio si spazia : il cielo empireo, ch'è sopra a tutti gli altri cieli, è però il più spazioso, è ripieno di santo amore, siccome quello in cui hanno la loro sede i Go. Per che ec., per la quale gra- Beati. |