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E la notte, ch' opposita a lui cerchia,
Uscia di Gange fuor con le bilance,

Che le caggion di man, quando soverchia; 6
Si che le bianche e le vermiglie guance,

Là dov'io era, della bella Aurora

Per troppa etade divenivan rance.
Noi eravam lunghesso 'l mare ancora,

Come gente che pensa a suo cammino,
Che va col cuore, e col corpo dimora.
Ed ecco qual, sul presso del mattino,

Per li grossi vapor Marte rosseggia
Giù nel ponente sopra 'l suol marino;
Cotal m' apparve, s'io ancor lo veggia,

zonte comune ad essi due luoghi

(vedi Purg. IV, 70), perciò dal

giungere il Sole (già Inf. XXXIV,

68 accennato cadente) all'orizzon-

te di Gerusalemme deduce il vicino

spuntar del Sole al Purgatorio.

4. Ch'opposita a lui cerchia, che

gira diametralmente opposta al

Sole.,,

5. Uscia di Gange fuor ec. Sup

pone, secondo la geografia de'tem-
pi suoi, che l'orizzonte orientale
di Gerusalemme fosse un meridia-
no dell' Indie orientali, intese pel
Gange, fiume di esse con le bi-
lance, col segno della Libra, Si
aggiunge questo ai molti altri in-
dizj, che il Sole, alla notte oppo-
sto, fosse nel segno di Ariete.

6. Che le caggion di man ec, Seb-

bene sorga la notte in compagnia

delle bilance, ossia della Libra,

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41-42. Leggiero Tanto, che ec.
Si leggiero che galleggiava all' in-
tutto.

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al demonio, Però Dante immagi-
na che cantassero quest' ultime il
Salmo dal Profeta appropiato ai

44. Tal che ec. Era tanto bello el primi.]

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ne selvaggio per inesperto; pro-
prietà essendo del Selvaggio di non
esser pratico d' altro luogo che
della sua selva. ...

maestoso quell'Angelo, che se po-52-33. Selvaggia del loco. Po-
tesse descriversi, faria beati gli
ascoltanti. Nella maggior parte del-
le edizioni si trova: Tal che parea
beato per iscritto : e spiegasi dagli
Interpreti: Tal che pareva avesse
scritta la beatitudine in fronte..
46. In exitu ec. Come gli Ebrei si
liberarono dalle mani di Faraone,
così le anime che vanno al Purga-

torio si sottraggono al peccato ed

** །

55. Il Sole saettava il giorno."',
56. Saette conte, i raggi.
57. Il Capricorno, segno del zo-
diaco discosto da Ariete, in cui al-
lora trovavasi il Sole, una quarta
parte di circolo.

Soavemente disse ch' io posasse:
Allor conobbi chi era, e pregai
Che, per parlarmi, un poco s' arrestasse.
Risposemi così com' io t'amai

Nel mortal corpo, così t'amo sciolta:
Però m'arresto; ma tu perchè vai?
Casella mio, per tornare altra volta

Là dove io son, fo io questo viaggio;
Ma a te com' era tanta terra tolta?

Ed egli a me: nessun m'è fatto oltraggio,
Se quei che leva e quando e cui gli piace,
Più volte m' ha negato esto passaggio;
Chè di giusto voler lo suo si face.

Veramente da tre mesi egli ha tolto
Chi ha voluto entrar con tutta pace:
Ond' io, ch' er' ora alla marina vôlto,
Dove l'acqua di Tevere s' insala,
Benignainente fu' da lui ricolto.

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se, come fan molti buoni, la morte onde condursi all'eterna salvezza, e però gli domanda in qual modo gli fosse negato il conseguimento di quella regione — Altri leggono questo verso come segue: Diss' io, ma a te come tant' ora è tolta, e lo spiegano supponendo che il Casella fosse morto già da gran tempo, ma stato finora aspettando il desiderato tragitto in pena della indugiata sua penitenza.

101. Dove l'acqua ec. Dove il Tevere mette foce nel mare.

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