L'ottimo commento della Divina commedia, Volume 1N. Capurro, 1827 |
Other editions - View all
Common terms and phrases
accidia Achitofel alcuna alli anima appo Assalonne Atamante avarizia avea Barbariccia bolgia Capaneo capitolo Cerbero ch'è ch'elli ch'era ch'io chè che'l chiama chiosa ciascuno Cielo circulo città cittade Codice coloro colui comincia corpo Correg costui cotale Cristo Crusca Dante Deidamia demoni descrive detto dice l'Autore dire domanda Duca dugento ebbe elli emisperio Epicuro etade fece figliuolo filosofi Firenze Flegetonta Flegiàs frode furono gente Ghibellini Greci Iddio imperadore Inferno inganno intende l'altro l'anima l'uno l'uomo Leggi libro luogo lussuria Maestro ec Malacoda male medesimo mente Messer moglie mondo morte mostra Nembrot nome Ovidio padre Papa Papa Niccola parla parole passo peccato peccatori pena perocchè piè poeti pone puniti puote qualitade quarto quivi ragione risposta Santo Segue suo poema serpente sesto settimo sicchè Signore Tebe terra terza Teseo Tesifone Testo tratta Troia uomini uomo vede vidi vigesimo Virgilio vizio vizj Vocabol
Popular passages
Page 20 - Io era tra color che son sospesi, e donna mi chiamò beata e bella, tal che di comandare io la richiesi. Lucevan li occhi suoi più che la stella; e cominciommi a dir soave e piana, con angelica voce, in sua favella...
Page 78 - La prima di color di cui novelle tu vuo' saper » mi disse quegli allotta, « fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge per torre il biasmo in che era condotta. Ell'è Semiramìs, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa : tenne la terra che '1 Soldan corregge.
Page 6 - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 77 - E come gli stornei ne portan l' ali, Nel freddo tempo, a schiera larga e piena, Cosi quel fiato gli spiriti mali. Di qua, di là, di giù, di su gli mena : Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sè lunga riga; Cosi vid...
Page 30 - Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando a turbo spira.
Page 285 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Page 560 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Page 583 - Da questa parte cadde giù dal Cielo : E la terra, che pria di qua si sporse, Per paura di lui fé...
Page 559 - Questi pareva a me maestro e donno, Cacciando il lupo ei lupicini al monte, Per che i Pisan veder Lucca non ponno. Con cagne magre, studiose e conte, Gualandi con Sismondi, e con Lanfranchi S' avea messi dinanzi dalla fronte.
Page 29 - Per me si va nella città dolente; Per me si va nell'eterno dolore; Per me si va tra la perduta gente.