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PRESSO ROMAGNOLI-DALL'ACQUA
Libraio-editore della R. Commissione pe' Testi di Lingua

Via Toschi 16 A.

1886

Proprietà Letteraria

284908

Bologna 1886. Tipografia Fava e Garagnani

DEI COMMENTI ALLA DIVINA COMMEDIA:

COMPOSTI NEL SECOLO XIV.

IRD LIBRARY

AVVERTENZA

Col presentare ai cultori delle cose Dantesche questi miei studi, non intendo di offrir loro un lavoro compiuto intorno agli antichi commenti della Divina Commedia. Un lavoro siffatto, oltre all'esame dei commenti già pubblicati, richiede un ampio e minuto studio di tutti i commenti inediti non solo, ma ancora di tutte le chiose e postille anonime, che si trovano sparse negli innumerevoli codici della Divina Commedia. Il campo, come ognun vede, è molto vasto, troppo vasto perchè io credessi di poterlo percorrere tutto in una volta. Cominciai dunque dall' occuparmi in modo speciale dei commenti già editi, ed essendo arrivato a risultati che potrebbero per avventura interessare a qualcuno, mi sono deciso di pubblicarli.

Quanto al metodo da me seguito in questa parte che ora presento al pubblico, noterò solo che mia cura principale fu quella di determinare i caratteri di ciascun commento e di farne risaltare i pregi e i difetti. Sono stato invece piuttosto breve nello studio delle relazioni tra commento e commento, per la semplice ragione che da questo lato non era possibile, tranne qualche caso,

arrivare a risultati sicuri, senza lo studio dei commenti inediti ch' io sto facendo, ma che non ho compiuto.

Questo è ciò che mi interessava notare. Del resto giudichi il cortese lettore, e stia certo ch' io terrò conto *de' suoi giudizi nella continuazione del mio lavoro.

Firenze, Decembre 1885.

LUIGI ROCCA

I.

Chiose attribuite a Jacopo di Dante (1).

1.

L'illustre Lord Vernon, tanto benemerito degli studi danteschi, pubblicava a Firenze l'anno 1848 due commenti antichi sulla prima cantica della Divina Commedia: l'uno col titolo di Chiose alla cantica dell' Inferno di Dante Allighieri attribuite a Jacopo suo figlio, ed è quello che noi prendiamo ad esaminare per primo; l'altro col titolo di Comento alla cantica dell' Inferno di Dante Allighieri di autore anonimo, e sarà da noi esaminato per secondo. Si era molto discusso intorno a questi due commenti, perchè, sull' autorità di qualche codice, tanto l'uno che l'altro erano stati attribuiti a Jacopo figliuolo di Dante, e l'illustre editore inglese pubblicandoli, invitava i cultori delle cose dantesche a decidere, quale dei due si potesse attribuire con vero fondamento al figlio di Dante. Ecco in qual modo erano sorte le questioni.

(1) Chiose alla cantica dell' Inferno di Dante Allighieri attribuite a Jacopo suo figlio, ora per la prima volta date in luce. Firenze, Baracchi, 1848. (Edizione curata da Lord Vernon, di solo cento esemplari). Il commento che il Vernon pubblicava col titolo di Chiose attribuite a Jacopo, era già noto nel secolo passato. Si sapeva esisterne una copia nel codice Laurenziano Pluteo XL n.o 10, ove si leggeva col titolo e col proemio che segue: « Chiose di Jacopo figliuolo di Dante Allighieri sopra alla Commedia »

« Acciò che del frutto universale novellamente dato al mondo per lo illustre filosofo e poeta Dante Allighieri fiorentino con più agevolezza si possa gustare lo iacopo suo figliuolo, per maternale prosa dimostrare intendo parte del suo profondo e autentico intendimento ».

Tanto il titolo quanto il proemio s' accordavano nell'attribuire a Jacopo il commento; il codice d' altronde era molto antico, sicchè fino dal 1759 il Pelli (1) e il Mehus (2) lo indicavano come un commento del figliuolo di Dante, e come tale registravalo più tardi anche il Bandini (3). Ma disgraziatamente il commento del codice Laurenziano non corrispondeva all'idea che i dotti s'erano fatta d'un lavoro appartenente a un figlio del gran Poeta; però fu accolta con grande entusiasmo la scoperta del dottor Marsand (4), il quale verso il 1838 faceva conoscere un codice Parigino (5) in cui, ad un proemio affatto uguale a quello del codice Laurenziano, teneva dietro un commento molto diverso; più esteso e in ge

(1) Memorie per servire alla Vita di Dante. Nell'edizione delle opere di D. A. di Antonio Zatta, Venezia, 1757-60. Volume IV, parte II, pag. 31.

(2) Vita Ambrosi Camaldolensis, pag. CLXXX.

(3) Cataloghus codicum manus. bibl. Mediceae Laurent. Tomo V,

pag. 23.

(4) Vedi: I manoscritti italiani della Regia Biblioteca parigina, descritti ed illustrati dal Dottor Antonio Marsand. Parigi, Stamperia reale, 1835-38. Volume I, p. 119, n.o 113.

(5) È il codice 7765 della biblioteca reale.

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