La Divina commedia

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De Vries, Ibarra. e c., 1867 - 545 pages
 

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Page 20 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai: Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 41 - O Tosco che per la città del foco Vivo ten vai così parlando onesto , Piacciati di restare in questo loco : La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patria natio Alla qual forse fui troppo molesto. Subitamente questo suono uscio D* una dell' arche ; però m' accostai, Temendo, un poco più al duca mio. Ed ei mi disse: volgiti, che fai? Vedi là Farinata che s...
Page 74 - La gente nuova ei subiti guadagni Orgoglio e dismisura han generata, Fiorenza, in te; sì che tu già ten piagni.
Page 6 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando a turbo spira.
Page 516 - In forma dunque di candida rosa Mi si mostrava la milizia santa, Che nel suo sangue CRISTO fece sposa; Ma l' altra, che volando vede e canta La gloria di colui che la innamora, E la bontà che la fece cotanta, Sì come schiera d' api, che s' infiora Una fiata, ed una si ritorna Là dove suo lavoro s' insapora, Nel gran fior discendeva, che s' adorna Di tante foglie, e quindi risaliva Là dove il suo amor sempre soggiorna.
Page 256 - L' anima semplicetta, che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla. Di picciol bene in pria sente sapore ; Quivi s' inganna, e dietro ad esso corre, Se guida o fren non torce suo amore.
Page 511 - La bellezza ch' io vidi si trasmoda Non pur di là da noi, ma certo io credo Che solo il suo fattor tutta la goda. Da questo passo vinto mi concedo, Più che giammai da punto di suo tema Soprato fosse comico o tragedo. Che come sole il viso che più trema, Così lo rimembrar del dolce riso La mente mia da se medesma scema. Dal primo giorno ch...
Page 5 - PER me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore : Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore.
Page 204 - Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero in gran tempesta, Non donna di provincie, ma bordello! Quell...

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