Manuale dantesco, Volume 2Tip. Sante Pozzato, 1871 |
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Popular passages
Page 312 - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 179 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Page 208 - 1 popol tuo l' ha in sommo della bocca. Molti rifiutan lo comune incarco ; Ma '1 popol tuo sollecito risponde Senza chiamare, e grida: Io mi sobbarco. Or ti fa' lieta, che tu hai ben onde, Tu ricca, tu con pace, tu con senno : S' io dico ver, l
Page 405 - Oriago, posto fra settentrione ed occidente della laguna. lacopo fuggendo dagli assalitori, non tenne la via che doveva, ed impigliatosi nelle canne e nel limo fu sopraggiunto ed ucciso. Che tale fosse la condizione di quei luoghi ce lo descrivono gli antichi documenti; e fra gli altri in un decreto del Maggior Consiglio della Repubblica, in data 9 di maggio...
Page 487 - ... la gloriosa donna della mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice, i quali non sapeano che si chiamare.
Page 224 - Tutto è succo, tutto è cose, cose intere nella loro vivente unità, non decomposte dalla riflessione e dall'analisi. Per dirla con Dante, il suo mondo è un volume non squadernato.' È un mondo pensoso, ritirato in sé, poco comunicativo, come fronte annuvolata da pensiero in travaglio. In quelle profondità scavano i secoli, e vi trovano sempre nuove ispirazioni e nuovi pensieri. Là vive involto ancora e nodoso e pregno di misteri quel mondo, che sottoposto all'analisi, umanizzato e realizzato,...
Page 322 - Codice Cassinese della Divina Commedia, per la prima volta letteralmente messo a stampa per cura dei Monaci Benedettini della Badia di Monte Cassino.
Page 178 - Ma fu' io sol colà, dove sofferto Fu per ciascun di torre via Fiorenza, Colui, che la difesi a viso aperto. Dch se riposi mai vostra semenza, Prega' io lui, solvetemi quel nodo, Che qui ha inviluppata mia sentenza.
Page 505 - Dante non riconoscendo il principato osservato da lui e preteso daJ suoi contemporanei, del proprio dialetto? Certo sì, a parer mio; ma potè essere indotto in errore dalla novità di tal fatto non universalmente riconosciuto, se non appunto dopo lui, e per effetto di lui; e forse da quella sua natura larga e per così dire eclettica , che gli faceva abbracciare tutte le scienze , scrivere in tutti gli stili , accettare tutti i dialetti e raccogliere da tutti questi ed anche dalle lingue straniere...
Page 256 - Per lui raffigurar mi fe' vicino, Fra me dicendo : gran cosa fia questa. Trattomi così innanzi un pocolino, Non conoscendol, la donna mi disse : Costui è Dante Alighier Fiorentino, II qual con eccellente stil vi scrisse II sommo Ben, le Pene e la gran Morte : Gloria fu delle muse mentre visse, Nè qui rifiutan d'esser sue consorte.