O cara pianta mia (che si t'insusi, uso INF. Gridavan tutte, riguardando in giuso Cagnazzo a cotal motto levò 'l muso, Ch'egli ha pensato, per gittarsi giuso! 25° Di color nuovo, e general pel suso L'un si levò, e l'altro cadde giuso, Sotto le quai ciascun cambiava muso. 26° Alla quarta levar la poppa in suso, Infin che 'l mar fu sopra noi richiuso. 33° E forse pare ancor lo corpo suso Tu'l dei saper, se tu vien pur mo giuso. Timidette atterrando l'occhio el muso; $3 131 104 PAR. Per esser propinquissimi ad Augusta, 115 Colui, che da sinistra le s'aggiusta, L'umana specie tanto amaro gusta. 119 140 1° 134 13 usto INF. E vissi a Roma sotto l buon Augusto, Poeta fui, e cantai di quel giusto Poichè il superbo Ilion fu combusto. E gl'infiammati infiammár si Augusto, CS L'animo mio, per disdegnoso gusto, Ingiusto fece me contra me giusto. 77 17° Sen venne, ed arrivò la testa e 'l busto; 8 La faccia sua era faccia d'uom giusto, E d'un serpente tutto l'altro faste 56 PUR. Tanto di grazia, che l'amor del gusto 153 24 Esuriendo sempre quanto è giusto. 29o Rallegrasse Africano, ovvero Augusto; 114 Quel del Sol, che sviando fu combusto, Quando fu Giove arcanamente giusto. 32° Col becco d'esto legno dolce al gusto, Così d'intorno all' arbore robusto Si si conserva il semne d'ogni giusto. PAR. A dimandar ragione a questo giusto, 386 Indi partissi povero e vetusto: $3 44 41 Così l'immaginar mio cadde giuso, 65 19° La roccia per dar via a chi va suso, 25 E la cornice spira fiato in suso, Onde ir ne convenia dal lato schiuso Quinci, o quindi temeva il cader giuso. 31° Delle cose fallaci, levar suso Mendicando sua vita a frusto a frusto, 32° El Padre, per lo cui ardito gusto A destra vedi quel Padre vetusto Raccomando di questo fior venusto. ustra 44 137 122 PAR. Nostro intelletto, se 'l ver non lo illustra, 125 Se non, ciascun disio sarebbe frustra. 58 113 INF. Crucciato prese la folgore acuta, Non ti dovea gravar le penne in giuso PAR. Uscir del primo, e risalire in suso, Ma perch'io non proceda troppo chiuso, E però ammiri ciò ch'io dissi suso, Lo ben che nella quinta luce è chiuso. 14° D'ogni bellezza più fanno più suso, Escusar puommi di quel ch'io m'accuso Che'l piacer santo non è qui dischiuso, 21° Vid'io uno scaleo eretto in suso Vidi anche per li gradi scender giuso 56 25 89 50 120 E l'altro dietro a lui, parlando sputa. 69 123 98 24 Ma per far osser ben lor voglia acuta, 110 98 38 140 122 Del carro, e lasciar lei di sè pennuta. 830 Che la figura impressa non trasmuta Ma perchè tanto sovra mia veduta Che più la perde, quanto più s'aiut? ate INF. Ma sapienza ed amore e virtute, 1° Di quell'umile Italia fla salute, Eurialo e Niso e Turno di ferute: PUR. Amor sementa in voi d'ogni virtute, 17° Or perchè mai non può dalla salute Dall'odio proprio son le cose tute: 20° Con povertà volesti anzi virtute, Queste parole m'eran si piaciute, Di quello spirto, onde parean venute. 25° Solvesi dalla carne, ed in virtute L'altre potenzie tutte quante mute: In atto, molto più che prima, acute. PAR. Si gira un corpo, nella cui virtute 2 Lo ciel seguento, c'ha tante vedute. Da lui distinte e da lui contenute. Volge e contenta, fa esser virtute E non pur le nature provvedute Ma esse insieme con la lor salute. 12 L'anima sua di si viva virtute, Poichè le sponsalizie fur compiute U' si dotar di mutua salute; 14° Mi si mostrò, che tra l'altre vedute Quindi ripreser gli occhi miei virtut< Sol con mia Donna a più alta saluto 17" Parran faville della sua virtute Le sue magnificenze conosciute Non ne potran tener le lingue mute. 22° L'anima mia per acquistar virtute Tu se si presso all'ultima salute, Aver le luci tue chiare ed acute. 28° Secondo 1 più o 'l men della virtute, Maggior bontà vuol far maggior salute; S'egli ha le parti ugualmente compiute. 30 Accoglie in sè con si fatta salute, Non fur più tosto dentro a me venute Me sormontar di sopra a mia virtute; 31 E che soffristi per la inia salute Di tante cose, quante io ho vedute, Riconosco la grazia e la virtute. 32° Con l'innocenza, per aver salute, Poichè le prime etadi fûr compiute, Per circoncidere, acquistar virtute. 33° Dell'universo insin qui ha vedute Supplica a te per grazia di virtute uti ISP. Gridava: Ohimè! Agnel, come ti muti! 25 Già eran li duo capi un divenuti, In una faccia, ov'eran duo perduti. 26 Fatti non foste a viver come bruti, Li miei compagni fec'io si acuti, Ch'appena poscia gli averei tenuti. 33 Quel di e l'altro stemmo tutti muti. Posciachè fummo al quarto di venuti, Dicendo: Padre mio, chè non m'aiuti? "OR. Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti 31° Quale i fanciulli vergognando muti, E sè riconoscendo, e ripentuti; uto INF. Di gente, ch' io non avrei mai creduto, 3Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto, Che fece per viltate il gran rifiuto. 5° A farmisi sentire: or son venuto 90 04 104 26 60 118 98 Io venni in luogo d'ogni luce muto, Se da contrari venti è combattuto. 10° Dissi: Or direte dunque a quel caduto, 110 E s'io fui dianzi alla risposta muto, Già nell'error, che m'avete soluto. 21° Lasciami andar: chè nel cielo è voluto 83 Allor gli fu l'orgoglio si caduto, E disse agli altri: Omai non sia feruto. 23° Degl'ipocriti tristi se' venuto, Ed io a loro: I' fui nato e cresciuto E son col corpo ch'i' ho sempre avuto. 24° Ch'è di torbidi nuvoli involuto: 92 146 129 47 Sopra Campo picen fia combattuto; Si ch'ogni Bianco ne sarà feruto: 27° Per ch'io là, dove vedi, son perduto, Quand'egli ebbe il suo dir così compiuto, Torcendo e dibattendo 'l corno aguto. 30° Sovra i quali io avea l'occhio tenuto, Io vidi un fatto a guisa di liuto. Tronca dal lato, onde l'uomo è forcuto. 34° Quei che pende dal nero ceffo, è Bruto; 65 E l'altro è Cassio, che par si membruto. E da partir, chè tutto avem veduto. PUR. Rispose lui, son io di qua venuto: 59 7° 13 60 15° 83 21 122 Non per far, ma per non fare ho perduto E che fu tardi da me conosciuto. Vedendo altrui, non essendo veduto: Ben sapev'ei, che volea dir lo muto; Ma disse: Parla, e sii breve ed arguto. Diss'io, che se mi fossi pria taciuto; Com'esser puote ch'un ben, distributo Di sè, che se da pochi è posseduto? E, perchè tanti secoli giaciuto Nel tempo che 'l buon Tito, con l'aiuto Ond'usci 'l sangue per Giuda venduto, PAR. Ed all'eterno dal tempo venuto, 65 31° Di che stupor dovea esser compiuto! Libito non udire e starmi muto. utta 53 101 Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Com'io potea tener lo viso asciutto, 24° Com'ei s'accese, ed arse, e cener tutto E poi che fu a terra si distrutto, E in quel medesmo ritornò di butto. 34° Vedi oggimai quant'esser dee quel tutto, 32 S'ei fu si bel com'egli è ora brutto, Ben dee da lui procedere ogni lutto. PUR. Chè, se potuto aveste veder tutto, 3o E disiar vedeste senza frutto Ch'eternalmente è dato lor per lutto: 16° Pur suso al cielo, sì come se tutto Se cosi fosse, in voi fôra distrutto Per ben letizia, e per male aver lutto. 17° Or m'hai perduta; i' sono essa che lutto, Come si frange il sonno, ove di butto Che fratto guizza, pria che muoia tutto; 28° Qui primavera sempre ed ogni frutto; Io mi rivolsi addietro allora tutto Udito avevan l'ultimo costrutto: PAR. Vide nel sonno il mirabile frutto 12° E perchè fosse, quale era, in costruite, 38 68 38 143 PAR. Quelle genti, ch'io dico, ed al Galluzzo 65 16° Che averle dentro, e sostener lo puzzɔ Che già per barattare ha l'occhio aguzzo! INDICE DEI NOMI PROPRI E DELLE COSE NOTABILI CONTENUTE NELLA DIVINA COMMEDIA. A. Abati (degli), famiglia. Inf., c. 32, v. 106. Abbagliato (1). Inf., c. 29, v. 132. Abido. Pur., c. 28, v. 74. Abraam. Inf., c. 4, v. 58. Accidiosi. Inf., c. 7, v. 121. Pur., c. 17. v.85. Accorso (di) Francesco. Inf., c. 15, v. 110. Achille. Inf., c. 5, v. 65; c. 12, v. 71; c. 26, Acone. Par., c. 16, v. 65. c. 9, v. 96. Adamo. Inf., c. 3, v. 115; c. 4, v. 55. Pur., Adamo, bresciano. Inf., c. 30, v. 61, 104. Adimari, famiglia. Par., c. 16, v. 115. Adriano, lito. Par., c. 21, v. 123. Adriano IV. Pur., c. 19, v. 99 e segg. Adriatico, maro. Par., c. 8, v. 68. Affricano Scipione. Pur., c. 29, v. 116, V. Agabito, o Agapito I. Par., c. 6, v. 16. Agnel, intendono alcuni detto per Angelo, o Agobbio, o Gubbio. Pur., c. 11, v. 80. Agusto, o Augusto, imperatore. Inf., c. 2, v. 71. Alagia Fieschi. Pur., c. 19, v. 142. Alagna, o Anagni, città. Pur., c. 20, v. 86. Alardo. Inf., c. 28, v. 18. Alba Lunga. Par., c. 6, v. 37. Alberichi, famiglia. Par., c. 16, v. 89. Albero, o Alberto da Siena. Inf., c. 29, Alberti (degli) (Alessandro e Napoleone). Alberto, abate. Pur., c. 18, v. 118. Alberto degli Alberti. Inf., c. 32, v. 57. Alberto della Scala. Pur., c. 18, v. 121. Aldobrandesco Guglielmo. Pur., c. 11, v. 59. Alessandro degli Alberti. Inf., c. 32, v. 55. Alessandro Feréo. Inf., c. 12, v. 107. Alfonso, re di Spagna. Par., c. 19, v. 125. h Alichino, demonio. Inf., c. 21, v. 118; c. 22, Alighieri, famiglia. Par., c. 15, v. 138. Alpi. Par., c. 6, v. 51. Altaforte, rocca. Inf., c. 29, v. 29. Altiniero de' Calzoni di Treviso. Par., c. 9, Alverna, monte. Par., c. 11, v. 106. Amata, moglie del re Latino. Pur., c. 17. v. 35. Amiclate. Par., c. 11, v. 68. Amidei, famiglia. Par., c. 16, v. 136. Anastagi, famiglia. Pur., c. 14, v. 107. Anchise. Inf., c. 1, v. 74. Pur., c. 18, v. 137. Anfione. Inf., c. 32, v. 11. Anime de' fanciulli. Inf., c. 4, v. 30. Par., Anna (s.), madre di Maria Vergine. Par., c. 32, Anna, suocero di Caifas. Inf., c. 23, v. 121. Antandro, città. Par., c. 6, v. 67. Antioco, re di Siria. Inf., c. 19, v. 87. Antonio (Frati di sant') chiamati a campa- v. 65; c. 27, v. 29. Pur., c. 5, v. 96; c. 14, Apolline. Pur., c. 20, v. 132. Aquario, segno coleste. Inf., c. 24, v. 2. Aquilone, vento. Par., c. 4, v. 60; c. 32, v. 99. Aràbi. Par., c. 6, v. 49. Aragne. Inf., c. 17, v. 18. Pur., c. 12, v. 42. Arca (dall'), famiglia. Par., c. 16, v. 92. Archiano, fiume. Pur., c. 5., v. 95, 125. Arezzo. Inf., c. 29, v. 109. Argenti Filippo. Inf., c. 8, v. 61. Argia, figlia d' Adrasto. Pur., c. 22, v. 110. Argonauti. Par., c. 2, v. 16; c. 33, v. 9. Par., c. 13, v. 14. Ariete, segno celeste. Pur., c. 32, v. 53. Par. Arnaldo Daniello. Pur., c. 26, v. 115, 142 Aronta, o Aronte. Inf., c. 20, v. 46. Arpa, istromento musico da corda. Par Arpie. Inf., c. 13, v. 10, 101. Arrigo de' Fifanti. Inf., c. 6, v. 90. Artù, re d'Inghilterra. Inf., c. 32, v. 62, Asciano, castello. Inf., c. 29, v. 131. Ascesi, o Assisi, città. Par., c. 11, v. 53. Asdente, calzolaio. Inf., c. 20, v. 118. Asopo, fiume. Pur., c. 18, v. 91. Assiri. Pur., c. 12, v. 59. Assuero, re. Pur., c. 17, v. 28. Astinenza (esempi di). Pur., c. 22, v. 142. Atene. Inf., c. 12, v. 17. Pur., c. 6, v. 199; Avarizia. Inf., c. 1, v. 49. |