salutò i bei giorni d' Italia; che però appartiene al secolo virile, non al tralignante. Il Signor Tassinari, tenerissimo di Cane Scaligero e non ignorando i rivali suscitatisi contro costui dopo il 1826, si fece a campeggiare per esso: ed irato all'Autor del Veltro, vivamente mi duole, scrisse al signor M., di avere udita una voce nel silenzio di due sepolcri, la quale priva lo Scaligero dell'onore di aver soccorso l'Alighieri, e l'Alighieri del merito di aver lodato il suo benefattore. Pur e' conviene, che quel suo vivo dolore il Signor Tassinari sel porti in pace, perchè, oltre le antiche voci e la recentissima intorno al Veltro non ancor nato, si sono udite dopo il 1826 due altre voci contro lo Scaligero, tra due sepolcri: quella in favore di Benedetto XI, e l' altra in favore de' Buonaccolsi. E però, senza tema di violare le tombe, si possono mantener le ragioni così d' Ugo della Faggiola come di qualunque altro: e noi anzi per la prima volta proporremo ancor quelle di Federigo di Montefeltro e degli altri Conti di una cotanto insigne famiglia: parendoci più degna ricerca l'investigare non più quale sia il Veltro particolare del Poeta, ma quale il Veltro sperato dall'universalità de' Ghibellini quando nel 1308 si pubblicava l' Inferno. Casi d' Ugo della Faggiola dal 1292 al 1308. Della famiglia d' Ugo fin dalla sua età disputavasi. Dino Compagni lo disse rilevato di basso stato; ciò che volle intendere della fama e della fortuna, ove quegli sali. Ferreto Vicentino il credè nato da oscuri genitori, ma s'ingannò come quando egli scrivea, essere venuto su di piccola gente l'altro suo coetaneo, il nobilissimo Tolosato degli Uberti ; parente, se non figliuolo di Farinata. Dopo lunga stagione TASSINARI, Nell'Antologia di Firenze, Num. 134. Feb. 1832. 2 2 FERRETI VICENTINI, Apud Muratori, Script. Rer. Ital. IX. 1024. « Vir ob« scure natus, THOLOSATUS DE UBERTIS. » Monsignor Graziani ed il Cavalier Guazzesi diedersi ad immaginare, che Ugo fosse un qualche rampollo di ladro : ma nobile uomo il chiamano lo Storico Albertino Mussato, suo contemporaneo; nobile gli altri contemporanei Pietro Cantinelli, che morì nel 1307 ad un bel circa', e Guglielmo Cortusio e Giovanni da Bazzano, i quali vissero nel 1336 e nel 1359. Alcuni lo giudicarono della famiglia de' Conti di Montedoglio, e l' esimio Melchiorre Delfico nostro di quella dei Malatesta, ch'egli credeva usciti da' Carpignesi*: l'Autore del Vellro il riputò spettante senza più a' Conti Feltrii di Carpigna, da' quali procederono gli altri di Montefeltro e d' Urbino. E fin dal 1617 narrava il Clementini, che Ugo era stato di Casa Feltria; il Clementini, diligentissimo Storico di Rimini, al quale siam debitori di molti documenti antichi: molti altri egli ne vide, che oggi si son perduti, ed indarno in Romagna li cercò l'Autore del Veltro. Il Clementini confortava i suoi detti con l'autorità della Cronica d'Urbano Branchi, tuttora manoscritta, e compilata nel 1474 4. Consuonano a questa presso il medesimo Clementini due Carte del 1228 e del 1232, donde apparisce, che il Castello di Faggiola era in quegli anni situato nel cuore degli Stati Feltrii-Carpignesi: ed i Castelli, dei quali alla breve distanza di solo un miglio circondasi quel della Faggiola, durarono sino al XV secolo sotto la dominazione de' medesimi Signori di Carpigna. Una Carta Camaldolese del 12745 ci addita Ranieri di Faggiola, nobile uomo innanzi che il suo figliuolo Ugo venisse in possanza: ed un Sigillo, pubblicato nel 1739 dal Manni, ci rappresenta le divise del Faggiolano affatto simili a quelle di Casa Feltria, ed anzi all' altre della Provincia Feltresca, si * PETRI CANTINELLI, Apud Mittarelli, Rerum Faventinarum, Col. 307. * DELFICO, Storia di S. Marino, pag. 36. Milano, 1804, in 4.°. 3 CLEMENTINI, Raccolto Storico di Rimini, I. 535. 4 IDEM, Ibid., I. 271. * MITTARELLI, Annales Camaldulenses, V.235. Append. • MANNI, Sigilli, XX. 75. come osservò il dotto Antonio Zucchi Travagli. Laonde i Faggiolani voglion tenersi certamente per un ramo secondario (e forse illegittimo) de Carpignesi-Feltrii; ramo che cominciò ad essere grande nella vacanza dell' Imperio, dice l' Anonimo Italo del 1354*; dal 1250 al 1273. , Ugo dunque fu Feltresco e per nascimento e per signoría e per sangue della Casa de' Feltrii. Ma di ciò sia che può: se i suoi genitori furono illustri, agevolmente si comprende perchè fin dal 1292 Ugo sedesse già Podestà in Arezzo, dove succedette al famoso Conte Galasso di Montefeltro:se oscuri, e se colui anzi nacque di ladro, gran maraviglia sarà lo scorgere un ladrone pervenuto a tanta dignità in una delle maggiori città di Toscana; in una città, che reggevasi a parte Aristocratico-Ghibellina. E però Ugo le sue pruove, sì d'ingegno e sì di coraggio, dovè farle innanzi al 1292: pruove non volgari, se nobile; assai più difficili, se plebeo. Appartiene forse a quei tempi della sua gioventù la battaglia del Cerone, ove cinto da nemici, abbandonato dai suoi e ferito in una gamba seppe invece riportare un cospicuo nè mai più sperato trionfo3. Ma la Storia tacque delle geste di Ugo prima del 1292: varii casi agitarono indi la sua vita nei sedici anni, che s'interposero fra quello ed il 1308. Salutato nel 1297 Capitan Generale de' Ghibellini di Romagna; eletto più volte Podestà in Arezzo; vincitore assai spesso in quelle guerre d'Italia, nelle quali non erano numerosi gli eserciti, ma pur si combatteva col ferro e pur si combatteva col senno, il Faggiolano, uomo ambizioso, non fu certo esente da vizj: ma nel cercare s' egli fu il Veltro di Dante, o quello dei Ghibellini, ovvero il Veltro dell'uno e degli altri, non bisogna parlare di ciò che avvenne dopo la pubblicazione dell' Inferno; e come a noi è vietato di rammentare i trionfi ottenuti da Ugo dopo il 1308, con pari legge deve • ZUCCHI TRAVAGLI, Storia MS. del Montefeltro. Vedi le Novelle Letterarie del Lami, Giugno 1761. 2 ANONYMUS ITALUS, Apud Muratori, Script. Rer. Ital. XVI. 275. 3 AMMIRATO, Storie Fiorentine, I. 261. il Signor Tommaseo astenersi dal ricordarne le colpe. Delle moltissime accennate da lui, dodici ne annovera egli sino al 1308, e sono le sole, alle quali si debba rispondere nella nostra ipotesi, che il 1308 fu l'anno di quella pubbli. cazione: a queste sole risponderemo adunque, seguitando l' ordine de' tempi, e ponendo mente innanzi tratto alle nove prime. » I. Colpa - 1295 0 1296. - Ugo si stringe in allean› za col Guelfo Marchese Azzo VIII di Este nel Parlamen>> to celebrato in Argenta da' Ghibellini, ove tra gli altri > convenne Scarpetta degli Ordelaffi. » II. - 1300. - Ugo è cacciato di Gubbio. » III. - È cacciato ancor di Cesena. » IV. - 1302. - Tornato Podestà in Arezzo, ferma la > pace tra' Guelfi ed i Ghibellini ; piegasi agli accordi con » Papa Bonifazio per la vana speranza di avere Cardinale >> un figliuolo: perciò maltratta i Bianchi usciti di Firen> ze, fra' quali s'annoverava Dino Campagni lo Storico, e >> li costringe a riparare in Forlì, ove da un Vicario di Chie> sa ottengono maggior conforto che non da un Podestà >> Ghibellino d' Arezzo. » V. - 1302, 22 Ottobre. - Prende a tradimento un >> Castello Cesenate. » VI. - 1303 Marzo. Conducendo poi gli stessi Bian> chi nel Mugello contro Firenze, pone l'assedio al Castello > di Pulicciano, ed è costretto a levarlo. › VII. - 1303 Luglio od Agosto. - Indi, reo d' opere » sospette, per quanto afferma Dino Compagni, è cacciato > d' Arezzo; e come più valoroso e leale gli è sostituito > Federigo di Montefeltro. » VIII. : 1304 0 1305.- Ugo mena in moglie (non è >> certo s'egli od un suo figliuolo) una donna di Casa Mes>> ser Corso Donati; dell' uomo, cioè, che Dante chiama uso » più al male che al bene; dell' uomo, a cui questi rimpro> vera d' avere avuto la maggior colpa nella cacciata dei » Bianchi. » ΙΧ. - 1305-1308. E quando più la causa dell' Ali>> ghieri avea bisogno di pronti e d' efficaci soccorsi, Ugo >> rimane inoperoso ne silenzj di domestica vita. >>> Or niuno di questi fatti, eccetto il primo, niuno fu taciuto dall'Autore del Veltro; a ciascuno seguivano brevi e facili dichiarazioni, che il Signor Tommaseo ha omesse o dissimulate: da questo silenzio e da questa dissimulazione procedono solamente le si malvage sembianze, che ora scorgonsi nel Faggiolano. Bisognerà dunque ridire ciò che ampiamente fu detto nel Veltro Allegorico di Dante? No, certo: ma basterà indicare i sommi capi delle cose ivi narrate. In quanto al Parlamento Argentano, bisogna considerare, che, oltre Scarpetta degli Ordelaffi, vi si condusse ancora il Conte Galasso di Montefeltro, detto Galasso di Cesena'. Tutt' i Ghibellini quivi raccolti, racconta il Secondo Continuatore della Cronica Estense2, decretarono volentieri di soccorrere il Guelfo Marchese d' Este: non si può dunque biasimare nel solo Ugo il consiglio preso da tutto un Parlamento di Ghibellini; e Dante in quell'anno era Guelfo. Da Guelfo avea combattuto a Campaldino ed alla Ca. prona; da Guelfo apertamente odiava i Ghibellini, che deliberavano in Argenta: ma quando ebbe mutata parte, ciò che pria gl' incresceva e poi gli piacque; allora egli lodò nel Convito la bontà del Conte Galasso, e divenne Segretario di Scarpetta degli Ordelaffi, quantunque stati entrambi con Ugo della Faggiola in Argenta. Sopraggiunto il secolo XIV, Papa Bonifazio regnava, temuto dai più possenti Principi e Re della terra: Papa Bonifazio, verso il quale più di qualunque altro dell'età sua mostrossi ossequioso lo stesso Re di Francia, Filippo il Bello. Ugo della Faggiola e Federigo di Montefeltro tenevano il primo luogo tra' guerrieri Ghibellini della Toscana e della Romagna: insieme congiunti s'impadronirono di Gub FRA BARTOLOMEO DELLA PUGLIOLA, Cronica Bolognese del 1347, Apud Muratori, S. R. Ital. XVIII. 299. * SECUNDUS CONTINUATOR ESTENSIS, Ibid. XV-343. « OMNES libenter. » |