Manuale della letteratura italiana nel secolo decimonono, Volume 1

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G. Barbèra., 1882
 

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Popular passages

Page 211 - E tu onore di pianti, Ettore, avrai ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finché il Sole risplenderà su le sciagure umane.
Page 209 - D'armi ferree vedea larve guerriere Cercar la pugna; e all'orror de' notturni Silenzi si spandea lungo ne' campi Di falangi un tumulto, e un suon di tube, E un incalzar di cavalli accorrenti, Scalpitanti sugli elmi a' moribondi, E pianto ed inni, e delle parche il canto. Felice te che il regno ampio de...
Page 203 - ... 1 compianto de' templi Acherontei, o ricovrarsi sotto le grandi ale del perdono d'Iddio; ma la sua polve lascia alle ortiche di deserta gleba ove né donna innamorata preghi, né passeggier solingo oda il sospiro che dal tumulo a noi manda Natura. 50 Pur nuova legge impone oggi i sepolcri fuor de' guardi pietosi, e il nome a
Page 199 - Seguivi, incauta, l' arte, Ma i ludi aspri di Marte ? Invan presaghi i venti Il polveroso agghiacciano Petto e le reni ardenti Dell'inquieto alipede, Ed irritante il morso Accresce impeto al corso. Ardon gli sguardi, fuma La bocca, agita l' ardua Testa, vola la spuma, Ed i manti volubili Lorda, e l...
Page 168 - Ho veduto ne' pittori e ne' poeti la bella, e talvolta anche la schietta natura; ma la natura somma, immensa, inimitabile non la ho veduta dipinta mai. Omero, Dante e Shakespeare, tre maestri di tutti gl'ingegni sovrumani, hanno investito la mia immaginazione ed infiammato il mio cuore: ho bagnato di caldissime lagrime i loro versi; e ho adorato le loro ombre divine come se le vedessi assise su le volte eccelse che sovrastano l'universo a dominare l'eternità.
Page 197 - Che se i tuoi vizi, e gli anni, e sorte rea ti han morto il senno ed il valor di Roma, in te viveva il gran dir che avvolgea regali allori alla servii tua chioma. Or ardi, Italia, al tuo Genio ancor queste reliquie estreme di cotanto impero; anzi il toscano tuo parlar celeste...
Page 207 - A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta. Io, quando il monumento vidi ove posa il corpo di quel grande che temprando lo scettro a...
Page 205 - Senti raspar fra le macerie ei bronchi la derelitta cagna ramingando so su le fosse e famelica ululando; e uscir del teschio, ove fuggia la luna, l'upupa, e svolazzar su per le croci sparse per la funerea campagna e l'immonda accusar col luttuoso 85 singulto i rai di che son pie le stelle alle obbli'ate sepolture.
Page 204 - Forse tu fra' plebei tumuli guardi Vagolando, ove dorma il sacro capo Del tuo Parini ? A lui non ombre pose Tra le sue mura la città lasciva...
Page 210 - Però che quando Elettra udì la Parca che lei dalle vitali aure del giorno chiamava a' cori dell'Eliso, a Giove mandò il voto supremo: E se, diceva, a te fur care le mie chiome e il viso 245 e le dolci vigilie, e non mi assente premio miglior la volontà de' fati, la morta amica almen guarda dal cielo onde d'Elettra tua resti la fama.

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