Page images
PDF
EPUB

Non viste mai, fuor ch' 10 alla prima gente.
Goder pareva 'l Ciel di lor fiammelle:
O settentrional vedovo sito,
Poichè privato se' di mirar quelle !
Com'io dal loro sguardo fui partito,
Un poco me volgendo all'altro polo
Là, onde 112 Carro già era sparito,
Vidi 13 presso di me un veglio solo,

10 Adamo, ed Eva nel Paradiso Terrestre situato dalla fantasia del Poeta nel monte del Purgatorio, alle cui falde egli già si ritrovava. Del resto tutto quel mondo Dante se lo figura disabitato, e come si è detto, ricoperto di mare, secondo l'antica opinione che non sapeva l'America. In queste quattro stelle tutti concordemente riconoscono simboleggiate le quattro virtù cardinali, Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza; e il Poeta stesso schiarirà più quest' allegoria al C. 31., ove dice. Noi sem qui Ninfe, e nel ciel semo stelle, ec.

11 Ma anche il sito meridionale è altrettanto vedovo: Ma forse è una bella esclamazione nel¦ detto senso allegorico.

12 La costellazione dell' Orsa maggiore o Car- | ro di Boote, che rispetto al sito dov'era Dante, non poteva almeno in gran parte apparire, rimanendo sotto l' Orizzonte, che egli aveva dalla banda del Polo Boreale a man manca.

13 Qui Landino, Vellutello, e Daniello, e aldi purtri appassionati per Dante, s'ingegnano garlo da questo sconcio, che un Idolatra, si

Degno di tanta reverenza in vista,

Che più non dee a padre alcun figliuolo.
Lunga la barba, e di pel bianco inista
Portava a' suoi capegli simigliante,
De' quai cadeva al petto doppia lista.
Li raggi delle 14 quattro luci sante
Fregiavan si la sua faccia di lume,

Ch'io 'l vedea, come 'l Sol fosse davante.
Chi siete voi, che contṛa 15 'l cieco fiume
Fuggito avete la prigione eterna?

Diss' ei movendo quell' oneste piume.
Chi v' ha guidati? o chi vi fu lucerna,
Uscendo fuor della profonda notte,
Che sempre nera fa la valle inferna?
Son le leggi d'abisso così rotte?

O è mutato in Ciel nuovo consiglio,
Che dannati venite alle mie grotte?
Lo duca mio allor mi diè di piglio,
E con parole, e con mani, e con cenni,

metta per custode del Purgatorio. Ma Causa patrocinio non bona major erit. Egli semplicemente, senza pensare tanto alto, quanto vorrebbono, imitò Virgilio nell'8 Secretosque pios: his dantem jura Catonem. Per verità è un gran capriccio, ma in ciò segue suo stile.

Le quattro stelle suddette.

15 Vedi nel fine dell'ultimo Canto dell'Inferno.

Reverenti mi fe' le gambe, e 'l ciglio:
Poscia rispose 16 lui: Da me non venni:
Donna 17 scese dal ciel, per li cui preghi
Della mia compagnia costui sovvenni.
Ma da ch'è tuo voler, che più si spieghi
Di nostra condizion, com'ell'è vera,
Esser non puote 'l mio, ch'a te si nieghi.
Questi non vide mai l' 19 ultima sera,
Ma la sua follia le fu si presso,
per

Che molto poco tempo a volger era.
Sì, com'i' dissi, fu' mandato ad esso

Per lui 20 campare, e non c'era altra via, Che questa, per la quale io mi son messo. Mostrat'ho lui tutta la gente ria,

16 Cioè a lui: Virgilio a Catone, e non lui in nominativo, cioè esso Virgilio, come spiegano Daniello e il P. d'Aquino.

17 Beatrice.

18 Volere.
19 La morte.

20 Da quell' evidente rischio, nè vi era altra via che questa dell' Inferno. Qui pare che il senso letterale sia alleggorico, come era nel primo Canto della prima Cantica, e voglia dire, non è stato vizioso, ma è stato lì lì, e sì vicino ad esserlo, che se con la considerazione delle pene alle scelleraggini dovute, io non lo raffrenava, e reggeva, non restava altra strada allo scampo.

Et ora 'ntendo mostrar quegli spirti,
Che purgan se sotto la tua 21 balia:
Com'io l'ho tratto saria lungo a dirti.
Dell'alto scende virtù, che m'aiuta
Conducerlo a vederti, e a udirti.
Or ti piaccia gradir la sua venuta:
Libertà va cercando, ch'è sì cara,
Come sa 22 chi per lei vita rifiuta.
Tul sai; che non ti fu per
lei amara
In Utica la morte, ove lasciasti

La 23 veste ch'al 24 gran dì sarà sì chiara,
Non son gli editti eterni per noi guasti:
Che questi vive, e Minos me non 25 lega;

21 Sotto la tua giurisdizione.

22 Come in Utica città dell' Affrica, facesti tu, volendo con certa morte a incerta servitù sot trarti, sentendo avvicinarsi Cesare: Ved. Luc. Dante per bocca di Virgilio loda tacitamente Catone, come magnanimo, perchè s'uccise, dovendosi biasimare come vigliacco, onde fin Marziale conforme il buon lume naturale disse saviamente, sit Cato dum vivit sane vel Cæsare major: dum moritur, numquid major Othone fuit?

23 Il corpo: Seminatur in ignobilitate, surget in gloria Cor. 15. ma non quello di Catone mor◄ to da Idolatra disperato.

24 Il di del Giudizio universale.

25 Ved. il c. 5. dell' Inferno.

1

Ma son del cerchio, ove son gli occhi casti
Di Marzia tua, che 'n 26 vista ancor ti prega,
O santo petto, che per tua la tegni.

Per lo suo amore adunque a noi ti piega:
Lasciane andar per li tuo' sette 27 regni:
Grazie riporterò di te a lei,

Se d'esser mentovato laggiù degni.
Marzia piacque tanto agli occhi miei,
Mentre ch'io fui di là, diss'egli allora,
Che quante grazie volle da me, fei.
Or che di là dal mal fiume 28 dimora

Più muover non mi può per quella legge,
Che 29 fatta fu, quando me n'usci' fuora.

26 Che a rimirarla sembra appunto in quell' atto verecondo, col quale pregotti che la volessi fitoglier per tua, quando morto Ortenzio, a cui tu, perchè n'avesse figliuoli, la cedesti, al primo marito volle tornare, come a lungo Lucano: Da fœdere prisci Illibata tori, da tantum nomen inane Connubii: liceat tumulo scripsisse Catonis Martia ec.

27 Per li sette giri del Purgatorio, ove si purgano i sette peccati.

28 Acheronte, il primo de' quattro fiumi Infernali.

29 Per quella legge, che mi fu fatta da Cristo, quando trionfante mi liberò dal limbo e al Purgatorio mi condusse, vietandomi di ritenere più tenerezza di affetto per chi era escluso dal nu

« PreviousContinue »