L'idea religiosa e civile di DanteF. Dumoulard, 1889 - 173 pages |
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alcun amore anime anzi argomenti avesse Beati Beatrice Bonifacio VIII buona Cacciaguida Capaneo Carlomagno cattolica Cattolicesimo certo ch'egli ch'io Chè chiamato Chiesa cielo civile colla colui concetto Conv credente credo cristiana Cristianesimo Cristo d'ogni Dante dice dimostrare dire Divina Commedia dottrina Ecclesiæ enim essendo esso eterna fede Filippo Argenti filosofia Foscolo gente Gesù Ghibellino Giove Giuseppe Mazzini giustizia grazia humanum Genus Imperatore inspira l'anima l'autorità l'Imperatore l'uomo Lapo Salterelli lasciò lume luogo medesimo mente Monarchia mondane mondo mortali Padre papa Paradiso parla pastori peccato Pietro pigliando Poema Poeta politica Pontefice potere predestinazion prova pure Purg Purgatorio quod ragione religiosa Rifeo Santo sarebbe secolo sentimenti sommo speranza spirito sublime sunt Talice temporale teocratico teologico Traiano Tratt umana vedere Villemain Virgilio virtù visione viva voleva XVIII XXII XXIII XXIV XXVII XXXII XXXIII zione
Popular passages
Page 124 - Nell'empireo Ciel per padre eletto ; La quale, e '1 quale, a voler dir lo vero, Fur stabiliti per lo loco santo, U' siede il successor del maggior Piero. Per questa andata, onde gli dai tu vanto, Intese cose, che furon cagione Di sua vittoria, e del papale ammanto. (/M/.
Page 109 - Donna, se' tanto grande, e tanto vali, Che qual vuoi grazia, ea te non ricorre Sua disianza vuol volar senz'ali. La tua benignità non pur soccorre A chi dimanda, ma molte fiate Liberalmente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, In te magnificenza, in te s'aduna Quantunque in creatura è di bontate.
Page 37 - Maestro, molto sarei vago, Di vederlo attuffare in questa broda, Prima che noi uscissimo del lago. Ed egli a me : Avanti che la proda Ti si lasci veder, tu sarai sazio: Di tal disio converrà che tu goda. Dopo ciò poco, vidi quello strazio Far di costui alle fangose genti, Che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio.
Page 67 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla, Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta, che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla. (Purg. XVI, 85-90).
Page 48 - Quando si parte l'anima feroce Dal corpo, ond'ella stessa s'è disvelta, Minos la manda alla settima foce. Cade in la selva, e non l'è parte scelta; Ma là, dove Fortuna la balestra, Quivi germoglia come gran di spelta. Surge in vermena, ed in pianta silvestra : Le Arpie, pascendo poi delle sue foglie, Fanno dolore, ed al dolor finestra.
Page 103 - Se mala cupidigia altro vi grida, Uomini siate, e non pecore matte, Sì che '1 Giudeo tra voi di voi non rida. Non fate come agnel che lascia il latte Della sua madre e semplice e lascivo Seco medesmo a suo piacer combatte. (Par. V, 79-84).
Page 83 - Di tutte queste cose s'avvantaggia L'umana creatura ; e s'una manca, Di sua nobiltà convien che caggia. Solo il peccato è quel che la disfranca, E falla dissimile al Sommo Bene, Per che del lume suo poco s'imbianca, Ed in sua dignità mai non riviene, Se non riempie dove colpa vota, Centra mal dilettar, con giuste pene.
Page 126 - Venne Cephas, e venne il gran vasello Dello Spirito Santo, magri e scalzi, Prendendo il cibo di qualunque ostello. Or voglion quinci e quindi chi rincalzi Li moderni pastori, e chi li meni, Tanto son gravi, e chi dirietro gli alzi. Cuopron de' manti lor li palafreni, Sì che due bestie van sott'una pelle : O pazienza, che tanto sostieni
Page 71 - Chè, benchè dalla proda veggia il fondo, In pelago nol vede ; e nondimeno Egli è, ma cela lui l'esser profondo. Lume non è, se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi è tenèbra, Od ombra della carne, o suo veleno. (Par. XIX,
Page 78 - versi : Apri alla verità, che viene, il petto E sappi, che sì tosto come al feto L'articolar del cerebro è perfetto, Lo Motor primo a lui si volge lieto, Sovra tant' arte di natura, e spira Spirito nuovo di virtù repleto, Che ciò che truova attivo quivi, tira In sua sustanzia, e fassi un'alma sola, Che vive, e