Saggio sulla storia della letteratura italiana nei primi venticinque anni del socolo xixPresso A. F. Stella e figli, 1831 - 343 pages |
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Popular passages
Page 91 - Ricorditi di me, che son la Pia; 'Siena mi fe', disfecemi Maremma.
Page 199 - Ah signore! il secolo della universale ragione de' popoli venuta a conflitto colla tremenda ragione della politica: il secolo di tante novelle arti, di tante novelle scienze, di tanta filosofia, che dappertutto, anche nell'umile officina dell'artigiano, anche nel tugurio del povero insinua la sua luce, e fa sentire all'uomo la sua dignità pur sotto il peso della servitù: il secolo in cui l'ingegno...
Page 20 - Salve, o divino, a cui largì natura II cor di Dante e del suo duca il canto ! Questo fia '1 grido dell'età futura: Ma l'età che fu tua tei dice in pianto.
Page 59 - Compiuto quasi io avea il primo canto, quando seppi che uno scrittore d'ingegno non ordinario, Ugo Foscolo, stava per pubblicare alcuni suoi versi a me indirizzati sopra i Sepolcri. L'argomento mio, che nuovo più non pareami, cominciò allora a spiacermi; ed io abbandonai il mio lavoro. Ma leggendo la poesia a me indirizzata, sentii ridestarsi in me l'antico affetto per quell'argomento; e sembrandomi che spigolare si potesse ancora in tal campo, vi rientrai, e stesi alcuni versi in forma di risposta...
Page 260 - Napoleone mi trattenne , dicendo — ora non posso, conviene che mangi, sono stanco, affaticato, perché ho scritto fin ora — Ha ragione, risposi; ed io mi faccio sorpresa come Vostra Maestà possa reggere a tante e così alte occupazioni — Ho, disse , settanta milioni di sudditi; otto in novecento mila soldati; cento mila cavalli; quante forze non ebbero mai nemmeno i Romani . Ho dato quaranta battaglie ; ea quella di Wagram ho tratto cento mila colpi di cannone, e questa Signora, volgendosi...
Page 59 - ... ingegno non ordinario , Ugo Foscolo , stava> per pubblicare alcuni suoi versi a me indirizzati sopra i sepolcri. L'argomento mio, che nuovo più non pareami , cominciò allora a spiacermi , ed io abbandonai il mio lavoro. Ma leggendo la poesia a me indirizzata, sentii ridestarsi in me l'antico affetto per quell'argomento, e sembrandomi che spigolare ancora si potesse in tal campo, vi rientrai e stesi alcuni versi in forma di risposta all...
Page 33 - A me non danzeran l'ore future, Né da te, dolce amico, udrò più il verso E la mesta armonia che lo governa, Né più nel cor mi parlerà lo spirto Delle vergini Muse e dell'Amore, Unico spirto a mia vita raminga; Qual fia ristoro a' dì perduti un sasso Che distingua le mie dalle infinite Ossa che in terra e in mar semina morte?
Page 324 - Italia state male a pittori: noi ne abbiamo de' migliori in Francia — Risposi, esser molti anni che io non avea veduto le opere de' pittori francesi, e non poter far confronti; ma che tuttavia noi avevamo uomini valenti: a Roma, il Camuccini e il Landi : a Firenze, il Benvenuti: a Milano, l'Appiani e il Bossi erano tutti valentissimi — Disse che i Francesi mancavano un poco nel colorito, ma che...
Page 59 - Cimiteri, soggetto che mi parea nuovo, dir non potendosi che trattato l'abbia chi lo riguardò sotto un solo e particolare aspetto, o chi sotto il titolo di sepolture non fece che infilzare considerazioni morali e religiose su la fine dell'uomo.
Page 298 - Se mai canta la morte di un saggio pacifico, il suo canto « è canto di bile ; se volge in mente le leggi e gli ordini della « sua patria, non è che bile ; bile infinita, bile inestinguibile.