La Divina commedia di Dante AlighieriG. Barber̀a, 1886 - 723 pages |
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alcun allora altrui amore angeli anime antichi appresso Arno avea beati Beatrice Branca d'Oria buon Cacciaguida canto canto VII canto X canto XVI cerchio ch'a ch'è ch'io Chè ciascun cielo colla colui convien corpo cotal credo Cristo d'ogni Dante dice dietro dimanda dinanzi divina dolce Donna Duca empireo Eneide equatore eterno fece fiamma figlio fummo fuoco gente Gerione Gesù Cristo Ghibellini giro gran grido guarda Guelfi Inferno innanzi Intendi l'altro l'anima l'un luce lume luogo Maestro Malebranche mente mezzo Michel Zanche mondo monte mosse mostra occhi omai padre Paradiso parea parlare parole passi peccato Perocchè piante Piccarda piè poco Poeta Poscia pria Purg Purgatorio quinci quivi raggio ragione rispose s'io santa sembiante sovra spiriti splendore stelle Tebe terra tosto umana vale a dire veder Vedi veggio venir vêr vidi Virgilio virtù viso vista volse
Popular passages
Page 712 - gli acconna la gloriosa Madre di Dio. In forma dunque di candida rosa Mi si mostrava la milizia santa, Che nel suo sangue Cristo fece sposa. Ma Г altra, che volando vede e canta La gloria di Colui che la innamora, • E la bonta che la fece cotanta, Si come schiera d' api, che s
Page 10 - e come fioco Al mió concetto! e questo, a quel ch'io vidi, E tanto, che non basta a dicer poco. O luce eterna, che sola in te sidi, Sola t'intendi, e, da te intelletta Ed intendente, te ami ed arridi ! Quella circulazion, che si concetta Pareva in te, come lume reflesso, Dagli occhi
Page 710 - è lassù, che visibile face Lo Creatore a quella creatura, Che solo in lui vedere ha la sua pace ; E si distende in circolar figura In tanto, che la sua circonferenza Sarebbe al Sol troppo larga cintura. Fassi di raggio tutta sua parvenza Reílesso al sommo del mobile primo, Che
Page 7 - somma luce, che tanto ti lievi Da' concetti mortali, alia mia mente Ripresta un poco di quel che parevi; E fa' la lingua mia tanto possente, Ch'una favilla sol délia tua gloria Possa lasciare alia futura gente : Che, per tornare alquanto a mia memoria, E per sonare un poco in questi versi,
Page 82 - Ma quando tu sarai nel dolce mondo, Pregoti che alia mente altrui mi rechi : Più non ti dico, e più non ti rispondo. *° Gli diritti occhi torse allora in biechi ; Guardommi un poco, e poi chinó la testa ; Cadde con essa a par degli altri cicchi. E '1 Duca disse a me : Più non si
Page 593 - per li seren tranquilli e puri Discorre ad ora ad or subito fuoco, Movendo gli occhi, che stavan sicuri, E pare stella che tramuti loco; Se non che dalla parte, onde s' accende, Nulla sen perde, ed esso dura poco; Tale dal corno, che in destro si stende, 1-6. La
Page 703 - Si che le pecorelle che non sanno, Tornan dal pasco pasciute di vento, E non le scusa non veder lor danno. Non disse Cristo al suo primo convento : Ándate, e predicate al mondo ciance ; Ma diede lor verace fundamento. E quel tanto sonó nelle sue guanee ; Si ch
Page 175 - e correr giostra, Quando con trombe, e quando con campano, Con tamburi, e con cenni di castella, E con cose nostrali e con istrano: Ne già con si diversa cennamella ю Cavalier vidi muover, ne pedoni, Ne nave a segno di térra o di stella. Noi andavam con li dieci dimoni (Ahi fiera
Page 535 - ti dee oramai parer più forte, Quando si dice che giusta vendetta Poscia vengiata fu da giusta corte. Ma io veggi' or la tua mente ristretta Di pensiero in pensier dentro ad un nodo, Del qual con gran disio solver s' aspetta. Tu dici : Ben discerno ció ch' i' odo ; Ma perché Dio volesse, ni
Page 145 - per Aracne imposte. Come talvolta stanno a riva i burchi, Che parte sono in acqua e parte in terra; 20 E come là tra li Tedeschi lurchi Lo bevero s'assetta a far sua guerra; Cosí la fiera pessima si stava Su Г orlo che di pietra il sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava,