Il gazzettinoG. Daelli e C. Editori, 1864 - 177 pages |
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abbia Accademici della Crusca adunque alcuni altre altrui Amazzoni appresso avendo bella Bicestre Boccaccio buona cardinale CAST certo ch'io chè chiama ciascuno Cina cinese città CLAUDIO TOLOMEI conciossiachè conciossiacosachè conte di Culagna conte Fede corti cotal credere Crusca culagnese d'Italia Dante detto dice differenza dire essendo Fanfani fiorentino Firenze fusse Gesuiti GIANGIORGIO TRISSINO Gigli giorno Girolamo Gigli gran greca guisa idioma ingegno istessa Italia l'aia zinnaria l'altro latina lettera lettere lingua cinese lingua ebrea lingua greca lingua italiana lingua toscana luogo medesimo mente monsignor mostra muli niuno nome nomina nuova onorato padre Campana padre Laderchi parimente parlare parole Petrarca piglia poco poeti porta poscia principe prolazione pronunzia quivi ragioni rentini romana san Cresci Santa sarà scana Scengh scritto scrittori scrivere senese Siena signor canonico simili sottocoppa specie SPEDIZIONE stima superlativi Toscana toscano Trissino troppo trova uomini vede vero vocaboli voglia volgare zinne zione
Popular passages
Page 2 - Quando i' udì nomar se stesso, il padre Mio, e degli altri miei miglior, che mai Rime d'amore usar dolci e leggiadre...
Page xviii - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovil, dov' io dormii agnello Nimico ai lupi, che gli danno guerra ; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Page xviii - SE mai continga che il poema sacro, Al quale ha posto mano e cielo e terra, Sì che m
Page 3 - Boccaccio, che furono tanti anni dopo loro, siano da voi stimati primi. E veramente le canzoni di messer Guido Colonna siciliano, e quelle di messer Rinaldo d'Aquino pugliese, che sono laudate da Dante, e quelle di...
Page 118 - Compagnia, o daranno qualche sguardo alla sfuggita, e qualche sospiretto innocente nel vedere le graziose lazzerettiere, avvedendosi d'aver scoperta un'altra fonte di piaceri più naturali di quelli che in seminario avessero provato per lo passato, in tal caso saranno ricondotti alle case loro, e restituite alle famiglie ed alle repubbliche le piante novelle più vivaci e più spiritose, che dovranno servire al sostegno delle medesime. Ed i padri Gesuiti compagni e direttori si faranno condurre a...
Page 28 - ... mo, adesso, sovente, e moltissimi altri vi si leggono, che non sono fiorentini. Adunque non essendo i loro vocaboli tutti fiorentini né toscani, non si può la loro lingua con verità nominare fiorentina, né toscana; perciò che essendo detta loro lingua sì della toscana, come dell'altre lingue d'Italia mescolata, e le specie con altre specie mescolate, non si possendo insieme con verità se non per il nome del genere dire, però non si può la loro lingua, per altro che per italiana, con...
Page 1 - ... ordinate, seguirà vera conclusione. E prima lasciamo stare che voi fate le lingue, come le febbri, aver principio, augumento, stato e declinazione ; ma veggiamo come è vero questo, che non sia possibile che uno scrittore scriva in una lingua senza averla tratta dall'uso di chi parla; conciossiachè tutto il dì si scriva in lingua greca e in latina, nelle quali in niun paese si parla. FIL. Io intendo i scrittori, cioè i primi che in una lingua scriveno, perciò che i primi, che in lingua greca...
Page 20 - 1 Petrarca sia naturalmente inteso altrove che in Toscana, si può non solamente conoscere per gli uomini, ma ancora per le donne, in cui più rimane la purità del parlare delle loro regioni, che negli uomini, perciò che non vanno così attorno né hanno così pratica di forestieri come loro.
Page xi - Sannazaro, la cui dottrina ho sempre ammirato, e il cui giudicio è da me sopra ogni altro stimato; egli; piacendogli, potrà farvi credere quello, che io per me non mi persuado di pot.r fare.
Page 54 - ... sillabe, con li accenti suoi in quei luoghi che creano l'harmonia del verso. Benché (e forse non senza ragione) io stimi che ancora ne la lingua nostra vi sia la misura del tempo lungo e breve, lo quale, se conosciuto ben fusse ea musiche regole temperato, via più dolce renderebbe il parlare e '1 compor de