Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca, Volume 2 |
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Accademici Accademici della Crusca adopera adunque alcuna Alighieri amore antichi anzi apocope assai avea Bargagli bella Boccaccio buon canto Caribo Certaldo ch'egli chè chiama città colla comune conoscere credere Crusca Dante dialetto dice dichiarazione dire Dittam dottrine ducento esempio favella fece filosofia fiore Fiorentini Firenze forza Frullone Garibetto gente gentile Giovanni Villani grammatici gran Greci grida Guittone illustre Imperocchè Italia Italiani Johnson latino legge letterati libro lingua lingua italiana lingua romana lode lognese luogo medesimo mente mostra niuno nobile nome Omero onore OSSERVAZIONE parlare parole passo patria Perciocchè Petrarca plebe plebeo poema poeta popolo Provenzali pure ragione rime Romani rustico scritto scrittori scrivere segue senso sentenza significa significato stra Toscani Toscano trova Trovatori uomini uomo vale vece vede veggiamo verbo vero versi Villani vizj Vocabolario Vocabolario della Crusca vocaboli voci voglia volgare
Popular passages
Page 33 - Quell'anima gentil fu cosi presta, Sol per lo dolce suon della sua terra, Di fare al cittadin suo quivi festa; Ed ora in te non stanno senza guerra Li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode Di quei che un muro ed una fossa serra.
Page 49 - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovil, dov' io dormii agnello Nimico ai lupi, che gli danno guerra ; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Page 52 - Quando fia ch' io ti riveggia? Non so, risposi lui, quant'io mi viva; Ma già non fia il tornar mio tanto tosto, Ch' io non sia col voler prima alla riva. Però che il luogo, u' fui a viver posto, Di giorno in giorno più di ben si spolpa, E a trista ruina par disposto. Or va, diss'ei, che quei che più n' ha colpa Vegg' io a coda d' una bestia tratto Verso la valle, ove mai non si scolpa.
Page 49 - 1 poema sacro al quale ha posto mano e ciclo e terra, sì che m'ha fatto per più anni macro, vinca la crudeltà che fuor mi serra del bello ovile ov'io dormi...
Page 53 - Poiché fu piacere de' cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuori del suo dolcissimo seno (nel quale nato e nudrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto il cuore di riposare l' animo stanco, e terminare il tempo che m...
Page 16 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 53 - ... è dato), per le parti quasi tutte, alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando, sono andato, mostrando, contro a mia voglia, la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata.
Page 383 - Adunque, ritrovato quello che cercavamo, di» como, che il volgare illustre, cardinale, aulico e » cortigiano in Italia è quello, il quale è di tutte » le città italiane, e non pare che sia di niuna , » col quale i volgari di tutte le città d' Italia si » hanno a misurare, ponderare e comparare.
Page 31 - Il che pare strano a chi, pensando ne' soli ordini de' barbari governamenti, non sa che in cortesi costumi si fondano le migliori cittadinanze. Imperocché per essi gli uomini di solitarj si fanno domestici: e di domestici uniti: e di uniti forti. E per tale ragione furono nelle Greche repubbliche ordinati que' conviti pubblici, cotanto famosi presso Senofonte e Plutarco, come cosa popolare che conservasse certa ugualità ed amicizia fra i cittadini. Per tale i Persi e quelli di Lacedemone vollero...
Page 37 - Imperocché , siccome insegnano i buoni politici (3) , si ha da provvedere alla osservanza delle poste leggi, le quali non si hanno a cangiare ; ma come cosa sacrosanta i cittadini deggiono onorarle : non osando di por loro mano, ma lasciandole intatte ed inviolabili. Perocché le leggi nuove, ancorché in qualche parte fossero migliori, mancano di quel rispetto e di quella forza che...