Opere di Niccolò Machiavelli: Prose. Poesie di Niccolò Machiavelli. Testamentum. Aliud testamentum. La mente di un uomo di stato1799 - 2 pages |
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adunque affanni ajuto ALAMANNO SALVIATI alcuna altra amore appresso assai avea aver Belfagor Arcidiavolo Blois buon canto CAPITOLO casa ch'io che'l ciascuno Ciel Città cittadini colla comune d'Italia contento conviene costui credo crudel d'ogni Dante debba detto dice dictam dicti dictus Testator dipoi Dominae Dominam Mariettam donna duole ejus figliuola Fiorentini Firenze fortuna Francia fuggire fusse Gallo genti giustizia governo gran guerra Inferno infra insieme Item l'altro l'uno lasciò leggi lieto lingua Livorno loco luogo Machiavelli maggior male Matteo Ministro mondo morte mostrare Niccolò NICCOLÒ MACHIAVELLI occhi onori ordini Papa Giulio parlare patria Peretola petto piè pieno pigliar Pisa Plutone poco Pomona popoli possa potendo Principe Puglia quam quì quivi quod ragione Regno reliquit rimedio Roderigo rovina scritto sieno superbia timore trova umano unam uomini uomo vede veder vedrai veggendo venire vidi virtù vivere vizj vocaboli voglia volendo volse volte voluit vuole
Popular passages
Page 33 - ... giudizio , ho deliberato esser da voi consigliato , come in un caso , il quale potrebbe seguire con qualche infamia del nostro imperio , io mi debba governare : perché , dicendo...
Page 27 - Donde nasce che uno che non sia toscano non farà mai questa parte bene, perché se vorrà dire i motti della patria sua, farà una veste rattoppata, facendo una composizione mezza toscana e mezza forestiera; e qui si conoscerebbe che lingua egli avessi imparata, s'ella fusse comune o propria.
Page 13 - Aggiugnesi a questo che, qualunque volta viene o nuove dottrine in una città o nuove arti, è necessario che vi venghino nuovi vocaboli, e nati in quella lingua donde quelle dottrine o quelle arti son venute; ma riducendosi nel parlare, con i modi, con i casi, con le differenze e con gli accenti, fanno una medesima consonanza con i vocaboli di quella lingua che trovano, e cosi diventano suoi; perché altrimenti le lingue parrebbono rappezzate e non tornerebbono bene.
Page 273 - ... detti e nelle parole arguzia e prontezza, sapere tessere una fraude, ornarsi di gemme e d'oro, dormire e mangiare con maggiore splendore che gli altri, tenere assai lascivie intorno, governarsi co...
Page 20 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 45 - ... egli sapesse, o potesse guarire tutti ; perché se ne trovano di sì perfida natura, che non temono né minacci, né incanti, né alcuna religione ; ma con tutto questo era per far suo debito, e non gli riuscendo, ne domandava scusa e perdono. Al quale il Re turbato disse, che se non la guariva, che lo appenderebbe. Sentì per questo...
Page 29 - Perché ciascuno sa come i Provenzali cominciarono a scrivere in versi, di Provenza ne venne quest'uso in Sicilia e di Sicilia in Italia, e intra le provincie d'Italia in Toscana; e di tutta Toscana, in Firenze, non per altro che per esser la lingua più atta.
Page 174 - Penitenza ; e però nota e intendi Chi non sa prender me costei ritiene. E tu, mentre parlando il tempo spendi, Occupato da molti pensier vani, Già non t'avvedi, lasso, e non comprendi Com' io ti son fuggita dalle mani ! IMITATED.
Page 156 - La virtù fa le region tranquille:/ e da tranquillità poi ne risolta/ l'ozio: e l'ozio arde i paesi e le ville./ Poi quando una provincia è stata involta/ ne...
Page 16 - Li quali vocaboli, mescolati tutti con li toscani, fanno una terza lingua N. Sta bene. Ma dimmi: in questa tua opera come vi sono di questi vocaboli o forestieri o trovati da te o latini? D. Nelle prime due Cantiche ve ne sono pochi, ma nell'ultima assai, massime dedotti da...