Collection of extracts from L'Ape. 2 vols.1803 |
Common terms and phrases
Accademia alcuni Alessandro altre antichi Antonio Ponz Antonio Sanchez Architettura Aristippo Arsinoe autore avea Barcelona Belle Arti belle lettere biblioteca binica buon Carlo IX Cartagena celebre citato Codice colla colla botanica commenti conoscere credere Cristianesimo critica Deuteron dice divorzio dotti erudizione Esodo esso favole filosofia Finestres genere gnuola gran Greci idea illustri Impero Persia Istoria l'autore l'uomo latini legge lettera letteraria letteratura spagnuola libro Ligny lingua lingua greca lode lumi luogo Madrid maggior medesimo memoria Mennone mente Mohedano Monopteri morale nazioni nome numismatica nuova oggetto onore opere organo osservazioni Ovidio Padre parlare particolari passo Pausania Plinio poco poesia poeta politica popolo possono potuto principio prova pubblica quì ragione Religione sarebbe scienze scritti scrittori secolo società somma Spagna spirito stampe storia Struzzo studj sublime tomi tore tratti trova turale uomini uomo varj vedere verità verso Vitruvio Zeffiro zione
Popular passages
Page 171 - Esce di mano a lui che la vagheggia prima che sia, a guisa di fanciulla che piangendo e ridendo pargoleggia, l'anima semplicetta che sa nulla, salvo che, mossa da lieto fattore, volentier torna a ciò che la trastulla. 90 Di picciol bene in pria sente sapore; quivi s' inganna, e dietro ad esso corre, se guida o fren non torce suo amore.
Page 543 - Ed il morbo verràe non che a' Cristiani , Ma alle pecore, a' manzi, a' ciuchi, a' cani. Ma che ascade pensar se mai di corto I malanni vierranno, e le rovine? Per me eh" e' soni a festa , o soni a morto Svario non v1 è , ma l
Page 543 - E ogni anno il giorno ch' i' sarei per tene Morto di Cecco tuo ti sovverria; E mi daresti almen per compassione Qualche sospiro, e qualche luccicone. Ma il contradio destili fece il rovescio Che tu se' morta , ed io son resto vivo : Ma sì macolo i' sono, e sì malescio Ch' i' non soe s'i'son morto, oppur s' i
Page 543 - Qui la cantò un rispetto che al sentire La parca propiamente un campanello. Su questa proda un dì l'era a dormire All'ombra di quel pero moscadello; E in tanto i' bacio terra , ove ancor l'erba Che l' é stata pigiata il segno serba.
Page 543 - Or più nulla mi garba; e i' ere' che tutto Appassito rimanga a mezza via. Casca bacato, o non matura il frutto, Qual se tocco l'avesse una malia. E par che sul terren maghero e strutto S' accovaccin la fame e la moria.
Page 543 - Ch' i' non soe s'i'son morto, oppur s' i' vivo. Guata il fagiuol che secco in sul sovescio Resta, se della pioggia affatto è privo, Così risecco i...
Page 543 - D' invida morte le spieiate voglie ; L'alma sul terzo cerchio era salita, E la terra copria le fredde spoglie . Quando l'amante Cecco, a cui la vita Era insoffribil peso in tante doglie, Venne al sepolcro, e al suo bel nume spento Così volse piangendo il suo lamento . 2. O Sandra, Sandra mia, scolta il bocìo D' un che ti chiama , e vuoi morir con tene . Sandra , son Cecco tuo , Sandra , son io , Che altro or non ho che un triboli o di pene. Senza te , non eh...
Page 543 - E' cascòe salmisia la benedetta : Ma i' fui sì gonzo e scemo di giudizio Ch' i' non pigliai del to morire indizio . Quanto al podere il me...
Page 543 - tal biltà e 'n un viso umano La falce le saria casca di mano. Ma ho pigliat' erro ; e' non è valso un ette L' essere e ben criata e 1* esser bella : Valso non èe che il luccichio ti dette Negli occhi al nascer tuo la Diana stella. Bigna ben che la cruda, che potette Sciuparti, abbia di ferro le budella ; E perch' e' non s' arrenda a nessun patto H core ella si sia di preta fatto.
Page 543 - F ho dal mondo di quae lucenzia avuto , E per me finimondo è già vienuto. O» Oh! questo poi gli è stato un caso strano Che ita tu sia sì presto a maravalle : Tu ch'eri la più lispa a mano a mano Di quante son di quie sino alle Falle. Ma quando a mille miglia esser lontano Parea 'l malore , egli erati alle spalle.