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118

121

Se non che al viso e di sotto mi venta.
Io sentìa già dalla man destra il gorgo
Far sotto noi un' orribile stroscio;

Per che con gli occhi in giù la testa sporgo.
Allor fu' io più timido allo scoscio;

Però ch' io vidi fochi e sentii pianti,
Ond' io tremando tutto mi raccoscio.
124 E vidi poi, chè nol vedea davanti,

127

Lo scendere e il girar per li gran mali
Che s' appressavan da diversi canti.
Come il falcon ch' è stato assai sull' ali,
Che, senza veder logoro o uccello,

117. VENTA: il Tom.: «Pel moto dell' animale sente vento al viso, pel moto dello scendere lo sente sotto.» Meglio: perchè Gerione va innanzi pigliando larghi giri sente vento al viso, perchè si cala lo sente sotto. Se Gerione scendeva nuotando, v. 115. e colla coda tesa come anguilla, v. 104, il suo moto non avrà probabilmente fatto gran vento.

118. DALLA MAN DESTRA: poichè Gerione si cala facendo larghi giri egli è passato davanti la cascata del Flegetonte, e questo è il motivo che i Poeti lo hanno adesso a man destra, mentre prima lo avevano lasciato alla sinistra. GORGO: dal lat. gurgus, la fossa che scava ed empie l'acqua che cade da alto. Qui vuol dire: l'acqua cadente nel gorgo. 119. STROSCIO: suono del cadimento d'acqua. Barg.

120. PER CHE: a motivo del qual suono. - SPORGO passa da sentia a sporgo; come ai versi 58-62. da vegno a ridi. Passaggi frequenti in Virgilio. Tom.

121. ALLO: all' aspetto dello scoscio. Non lo avea ancor veduto. SCOSCIO: Sconcendimento, precipizio.

123. MI RACcoscIo: tornai di nuovo ad accosciarmi come stava nella primiera posizione; mi rannicchiai stringendo le cosce a me. Aveva allungato il collo onde guadar giù, v. 120.

124. VIDI: non s'era sulle prime accorto del suo calare, v. 116; adesso comincia ad accorgersene vedendosi a mano mano appressare i supplizi dell' ottavo cerchio.

125. GIRAR: il Tom.: «Dal suono appressantesi sentiva_di_scendere, dal variare del suono sentiva di girare con larghe ruote.» Ma Dante non dice che si accorse del suo scendere e girare per il suono dell' acqua, bensì per li gran mali che s' appressavan da diversi canti. Dunque: dai mali, cioè dalle pene appressantesi dell' ottavo cerchio si accorge di scendere, dal vedersele appressare da diverse parti si accorge del suo girare.

127. IL FALCON: Il falcone addestrato a cacciare è portato dal falconiere sul pugno guardato da un guanto di cuoio. Quando si giunge all' aperto si leva il cappello al falcone, e questo dritto dritto poggia velocissimo in alto. Nell' alto ei si aggira rotando finchè adocchi una preda, uccello, o sia richiamato dal falconiere col logoro. Che se non iscorge preda alcuna e il falconiere nol richiama, stanco, cala a terra da sè a larghe ruote, discende lasso per cento ruote, onde si mosse snello (al luogo donde parti agile e lieto), ma si pone disdegnoso e fello lungi dal suo maestro. Il logoro, franc.: leurre, alem. ant.: luoder (luder onde in alcuni Mss. anche ludoro) secondo un antico libro di caccia così è descritto da Filalete: «Il logoro è uno stromento di due ali d' uccello legate insieme, con un filo pendente, che al capo estremo porta un' uncinello di corno.» Era quindi una figura d' uccello fatta all' ingrosso, cui il falconiere si lasciava andare intorno al capo, per allettare il falcone. Blanc.

Fa dire al falconiere: «Oimè tu cali!» 130 Discende lasso onde si mosse snello Per cento ruote, e da lungi si pone Dal suo maestro disdegnoso e fello: 133 Così ne pose al fondo Gerione

A piede a piè della stagliata rocca, E, discarcate le nostre persone, 136 Si dileguò come da corda cocca.

129. FA DIRE: calando senza preda fa che il falconiere se ne lamenti. CALI: quasi dica: Io mi dolgo che tu cali; questo non è sanza cagione, o d'infermità, o di stanchezza, o desdegno; per le quali cose si guasta il falcone, e l' uccellatore niente piglia poi quel dì. Buti.

130. DISCENDE: il falcone.

131. PER CENTO RUOTE: come era disceso Gerione. 132. MAESTRO: il falconiere.

senza preda.

FELLO: tristo, corrucciato, perchè

133. Così: disdegnoso e fello come il falcone, non avendo fatto preda neanche lui, poichè i due che egli portava giù non erano roba sua. NE POSE: si scaricò di noi.

134. A PIEDE A PIÈ: quasi tutti i commentatori prendono questo a piede a piè per radoppiamento avente forza di superlativo per l' appunto a piè. Mi sembra per altro che il primo a piede si potrebbe congiungerlo al verbo pose e intendere: Gerione ci mise giù in piedi, a piè della stagliata rocca. Se si dice porre a sedere perchè non si potrà pur dire porre a piede? STAGLIATA: grossamente tagliata; era così ritta che pareva tagliata.

136. COCCA: è propriamente la tacca della freccia, nella quale entra la corda dell' arco; ma quì si pone la parte pel tutto, cocca freccia. Senso Subito che ci ebbe messi giù, Gerione si allontanò così velocemente come la freccia scagliata dall' arco.

CANTO DECIMOTTAVO.

CERCHIO OTTAVO; BOLGIA PRIMA: MEZZANI E SEDUTTORI.
VENEDICO CACCIANIMICO.
BOLGIA SECONDA:

JASONE.

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Loco è in inferno detto Malebolge,
Tutto di pietra e di color ferrigno,
Come la cerchia che d' intorno il volge.
4 Nel dritto mezzo del campo maligno

1. MALEBOLGE: termine da Dante composto da male triste, e bolge, plur. di bolgia, specie di bisaccia, o di tasca. Bene l' An. Fior.: «Questo luogo dello inferno è chiamato Malebolge, che tanto vuole dire quanto Male sacco, o veramente Male valige.» Bolge chiama per similitudine i dieci fossi che compongono il cerchio ottavo, nei quali sono insaccati (cfr. C. VII, 17) coloro che peccarono per malizia (xaziz), ossia frode. Vedi nt. Inf. XI, 81.) I frodolenti sono divisi nel modo seguente:

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La frode commessa contro colui che si fida (Inf. XI, 52), ossia il tradimento, è punita nel nono ed ultimo cerchio, del quale trattano i canti XXXI a XXXIV.

2. DI PIETRA: assolutamente sterile ed inoltre orrido alla vista. La natura del luogo corrisponde al carattere de' suoi abitanti, i quali hanno il cuore duro come selce. - FERRIGNO: nel colore simile al ferro, dunque grigio nerastro come il ferro non travagliato.

3. CERCHIA: cerchio. E dico cerchio largamente ogni ritondo, o corpo o superficie; Cono. II. 14. Per cerchia intende quì la ripa che volge d' intorno questo luogo, cioè gli gira intorno, la stagliata rocca, Inf. XVII, 134. Nel Parad. XV, 97. la cerchia antica le mura che circondavano Firenze. VOLGE: attivo e neutro assoluto, come girare.

4. NEL DRITTO MEZZO: nel centro; precisamente nel mezzo. — MALIGNO: essendo tutto di pietra e di color ferrigno ed inoltre ripieno d' anime fraudolenti e maligne.

10

Vaneggia un pozzo assai largo e profondo
Di cui suo loco dicerò l' ordigno.

7 Quel cinghio che rimane adunque è tondo,
Tra il pozzo e il piè dell' alta ripa dura,
Ed ha distinto in dieci valli il fondo.
Quale, dove per guardia delle mura
Più e più fossi cingon li castelli,
La parte dov' ei son rende figura:
13 Tale imagine quivi facean quelli;
E come a tai fortezze dai lor sogli
Alla ripa di fuor son ponticelli:
Così da imo della roccia scogli

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5. VANEGGIA: è cavato, s' apre vuoto. - POZZO: così chiama il nono ed ultimo cerchio per la sua strettezza rispetto agli altri. 6. SUO LOCO: frase tutta tutta latina a suo luogo. (luogo), e a suo loco. - DICERO: dirò della struttura e del questo pozzo a suo loco, quando tratterò del nono cerchio. è dicerà, conterà. Ma chi dirà? chi conterà? Dante stesso. ORDIGNO: l'ordine e la forma. Il Tom.: dirò a suo luogo com'è

cerò. fatto.

Al. in suo loco
congegno di
Al. conterò,
Dunque di-

7. CINGHIO: quella fascia di terreno che rimane tra il pozzo e il piè dell' alta ripa dura, ossia della stagliata rocca, Inf. XVII, 134, e che forma il cerchio ottavo, è adunque tonda.

9. VALLI: è il plurale di valle e non di vallo, come alcuni preten. dono; perchè valli o fosse sono appunto le bolge, e perchè le paragona alle fosse di una fortezza. Quelli nel v. 13 si riferisce evidentemente a fossi. Se il Poeta avesse inteso bastioni, avrebbe dovuto dire nove valli e non dieci, perchè difatti sono solo nove gli argini che con le due ripe esteriori formano le bolge. Bl. (Vedi: Todeschini: Interpretazione letterale di tre luoghi dell' Inferno di Dante. Pad. 1856.) Che del resto valli sia qui plurale di valle lo prova già a sufficienza il v. 98 del presente canto: E questo basti della prima valle. DISTINTO: Scompartito.

10. QUALE: Quale aspetto presenta la parte dove sono i fossi che cingono il castello, tale imagine presentavano quei fossi, ossia quelle bolge infernali.

12. RENDE FIGURA: porge aspetto, imagine. La frase render figura è usata più volte dal Poeta anche in prosa. «Rende similitudine, come molti fóssi l'uno innanzi all' altro cingono uno castello, così quelli cerchietti, era l' uno innanzi all' altro; et come i ponticelli sono sopra i fossi per poter passare, così uno scoglio si movea che attraversava quegli cerchietti infino al pozzo.» An. Fior. La lezione rendon sicura ci sembra evidentemente falsa.

13. QUELLI: quei fossi che ha chiamati ralli nel v. 9.

14. SOGLI: Soglie. Anticamente si disse soglio e soglia per lo soliare o la porta.

15. RIPA DI FUOR: a quella dell' ultimo fosso e più lontana dalla fortezza. -PONTICELLI: sopra di ciascuna fossa.

16. DA IMO: dal basso della balza ond' erano stati calati da Gerione. Lomb. SCOGLI: sassi che servono di ponti. Sembra che vi fossero più ordine di ponti alle dieci bolge, come risulta non tanto dal v. 18 del presente canto, quanto da Inf. XXIII, 133 e seg. Il March. Dionisi vuole all' incontro non esservi che un solo ordine di ponti, ed argomenta: << Dante finge all' Inferno un solo ingresso, una sola porta, e anche una via guardata da Cerbero, dal Minotauro, da Pluto, e a' traghetti la sola barchetta di Caronte e di Flegias; e una sola porta di Dite; e un solo Gerione a calar nel profondo. Dunque, dico io, anche un solo ordine di ponti alle bolge. A che farne di tanti, a' quali non era nè passaggio, nè

Movièn, che ricidean gli argini e fossi Infino al pozzo che i tronca e raccôgli. 19 In questo loco, dalla schiena scossi

Di Gerion, trovammoci; e il poeta Tenne a sinistra ed io retro mi mossi. 22 Alla man destra vidi nuova piéta,

Nuovi tormenti e nuovi frustatori, Di che la prima bolgia era repleta. 25 Nel fondo erano ignudi i peccatori:

Dal mezzo in quà ci venían verso il volto,

discesa, nè traghetto, nè via?» (Serie di Aneddoti. Num. V. Verona 1790, pag. 60 e seg.) L' argomento sembra giustissimo; ma che fare? Arrivati alla sesta bolgia i Poeti non ponno continuare il lor viaggio per quello scoglio, Inf. XXI, 106 e seg., si volgono per l'argine a sinistra, Inf. XXI, 136, scesi nella sesta bolgia continuano ad andare a sinistra, Inf. XXIII, 68, e trovano non molto lungi un nuovo scoglio, o gran sasso il quale varca tutt' i vallon feri, Inf. XXIII, 135. Dunque, diremo noi, diversi ordini di ponti alle bolge. E quanti sono questi ordini? Filalete vuole che siano dieci, come dieci sono le bolge. Può darsi; ma Dante stesso nol dice.

17. MOVIEN: muovevano, prendeano origine, si partivano. «Dal fondo, dal piè del masso si partono scogli che quasi ponti accavalcian le bolge e le tagliano a traverso, e mettono al pozzo il qual pare li tronchi e raccolga.» Tom.

18. I: li. RACCOGLI: composto da raccò per raccoglie e gli li raccoglie. Gli scogli o ponti convengono alla circonferenza del pozzo, al quale giunti non vanno più in là. Malebolge ci presenta la figura d'una ruota; il pozzo è come l'asse che raccoglie i raggi e quasi li tronca. Racco per raccoglie è dal verbo raccoere o raccoire (Vedi Nannucci: Analisi critica de' Verbi ital. Fir. 1843, pag. 788 e seg.).

19. scossi: deposti; e vuol forse esprimere il dispetto con cui Gerione li posò.

20. IL POETA: Virgilio.

21. A SINISTRA: come d' ordinario.

RETRO: dietro a lui.

22. DESTRA: tenevano a sinistra; dunque le bolge erano alla loro destra. NUOVA: non più veduta. PIÉTA: cosa de arrecar dolore e

compassione.

23. NUOVI FRUSTATORI: un nuovo genere di frustatori, cioè demoni. Soltanto da ora in poi i dannati vengono tormentati dai diavoli, chè tali non erano nè Cerbero, nè la Arpie.

24. REPLETA: ripiena; latinismo usato anche dal Bocc.

25. IGNUDI: Sebbene Dante non ci abbia mai detto se le ombre fosser nude o vestite, par presumibile che i dannati generalmente sian nudi; ma le ombre del Limbo, Cesare (armato) e Virgilio, dobbiam figurarcele vestite; almeno così l'intesero tutti gli artisti che rappresentarono qualche scena della Div. Com. Per gl' ipocriti la cosa varia; poichè nel faticoso manto sta il modo della lor pena. Così avviene dei suicidi, incarcerati nei tronchi e ne' cespugli, e de' falsi consiglieri avvolti nelle fiamme. Dante accenna la nudità delle ombre sol quando le voglia dipingere nel più miserando abbandono, prive d' ogni schermo, p. e. III, 65. 100. VII, 111. XIII, 116. XIV, 19. ecc. ecc. Bl.

26. DAL MEZZO: del fondo. Questa bolgia è divisa in due zone concentriche; nella zona di quà, cioè dalla parte dell' argine superiore dove sono i Poeti, corrono i mezzani nella direzione verso il volto de' Poeti, dunque a destra, giacchè questi ultimi tenevano a sinistra, v. 21; nella zona di là corrono i seduttori nella direzione opposta, cioè a sinistra. VERSO IL VOLTO: incontro di noi.

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