Le Paradis du Dante, Volume 2M. Lévy frères, 1860 |
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affetto altra altri altro âme amore ancor Anges Anzi ARGUMENT DU CHANT aspetta assai atto Béatrice bienheureux buon candelo CANTO VENTESIMO céleste cercle CHANT XXII Chè ciascun Ciel Cielo ciò cœur colui cominciò convien Così Cotal Cristo Dante dicer Dieu disio divin dolce esser esso éternelle eterno Ézéchias fatta fatto fece feux fiori flamme fleurs fulgore fuoco gli altri grado grazia Jésus-Christ l'altra l'amour laggiù lassù letizia luce lume lumière maggior mezzo mondo mortali muove NOTES DU CHANT nube occhi ogni omai padre perchè piacer poco poëte Poscia punto quale quei questa quinci quivi raggi raggio rayons regard resplendissant rose Saint Bernard saint Jean saint Pierre santo secondo sembianza sempre Sì ch soleil sommo sonar sostener sovra specchia sphère splendeurs stella sublime tanto terre tosto trône tutte tutti tutto veder vedere vidi virtù viso vista voglia vois voix volse vuole yeux
Popular passages
Page 168 - Quinci comincia come da sua meta. E questo cielo non ha altro dove Che la mente divina, in che s'accende L 1 amor che il volge e la virtù ch
Page 162 - Non fu la sposa di Cristo allevata Del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, Per essere ad acquisto d...
Page 148 - Come la fronda, che flette la cima Nel transito del vento, e poi si leva Per la propria virtù che la sublima, Fee' io in tanto, in quanto ella diceva, Stupendo ; e poi mi rifece sicuro Un disio di parlare, ond...
Page 214 - Noi semo usciti fuore Del maggior corpo al ciel ch' è pura luce ; Luce intellettual piena d' amore, Amor di vero ben pien di letizia, Letizia, che trascende ogni dolzore.
Page 24 - Com' occhio per lo mare, entro s' interna : Chè, benchè dalla proda veggia il fondo, In pelago nol vede : e nondimeno Egli è, ma cela lui l' esser profondo. Lume non è, se non vien dal sereno, Che non si turba mai, anzi è tenèbra, Od ombra della carne, o suo veneno. Assai t' è mo aperta la latébra, Che t' ascondeva la giustizia viva, Di che facei quistion cotanto crebra, Chè tu dicevi : Un uom nasce alla riva Dell...
Page 152 - Pria ch'io scendessi a l'infernale ambascia, I s'appellava in terra il sommo bene onde vien la letizia che mi fascia; e EL si chiamò poi: e ciò convene, che l'uso de' mortali è come fronda in ramo, che sen va e altra viene.
Page 76 - Quel monte, a cui Cassino è nella costa, Fu frequentato già in su la cima, Dalla gente ingannata e mal disposta, Ed io son quel che su vi portai prima Lo nome di Colui, che in terra addusse La verità che tanto ci sublima. E tanta grazia sovra me rilusse, Ch' io ritrassi le ville circostanti Dell' ampio culto, che 'l mondo sedusse.
Page 66 - Venne Cephas, e venne il gran vasello Dello Spirito Santo, magri e scalzi Prendendo il cibo di qualunque ostello. Or voglion quinci e quindi chi rincalzi Li moderni pastori, e chi li meni, Tanto son gravi, e chi diretro gli alzi. Copron dei manti lor gli palafreni, SI che due bestie van sott'una pelle: O Pazienzia, che tanto sostieni! A questa voce vid...
Page 10 - Lo sfavillar del1' amor che lì era, Segnare agli occhi mi«i^ nostra favella. E come augelli surti di riviera, Quasi congratulando a lor pasture, Fanno di se or tonda or lunga schiera, * Sì dentro a' lumi sante creature Volitando cantavano, e faciensi Or D, or I, or L, in sue figure.
Page 220 - In quel gran seggio a che tu gli occhi tieni Per la corona che già v