La divina commedia, Volume 1dallo Stabilimento Civelli, 1865 |
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Acheronte Adamo alcuni Alichino allora Anselmuccio appunto assai avea Barbariccia Beatrice Bianchi bolgia Bonifacio Branca d'Oria buon Calvario Canto Canto VIII Capaneo Caronte casellini Cerbero cerchio ch'egli ch'io chè Chiesa cielo città colla colpa corpo credo d'Inferno dannati Dante demoni diavoli dice dimanda Divina Comedia dovea Ecco emisfero Eneide equatore erano faccia fece fiamma figlio figliuoli Firenze Flegetonte Flegias furono gente Gerione Gesù Cristo ghiaccia Ghibellini gran guarda Guelfi Inferno l'altro l'uno ladri lascia Lucifero luogo Maestro Maometto maraviglia medesimo messer mezzo mondo monte morte Neri occhi papa Paradiso parla parole passo peccato peccatori pena persona piante piè poco poeta ponte porta potea pozzo punto Purgatorio ragione sangue santo sarebbe selva sente serpente sino terzina testa tormento tosto traditori trova Ugolino Ulisse umana uomo Vanni Fucci veder Vedi veggono venire vero verso viaggio vidi Virgilio
Popular passages
Page 61 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 158 - Io venni in loco d' ogni luce muto, Che mugghia, come fa mar per tempesta, Se da contrari venti è combattuto. La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina ; Voltando e percotendo li molesta.
Page 73 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio: Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce che 1' uccide: Ed ha natura sì malvagia e ria Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Page 76 - Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi. A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lagrimar mi vide, Se vuoi campar d' esto loco selvaggio: Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che l...
Page 109 - Di caritade, e giuso, intra i mortali, Se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande, e tanto vali, Che qual vuoi grazia, ea te non ricorre, Sua disianza vuoi volar senz'ali.
Page 108 - Vergine madre, figlia del tuo Figlio, Umile ed alta più che creatura, Termine fisso d'eterno consiglio, Tu se' colei che l'umana natura Nobilitasti sì, che il suo Fattore Non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, Per lo cui caldo nell'eterna pace Così è germinato questo fiore. Qui sei a noi meridiana face Di caritade, e giuso, intra i mortali, Se
Page 77 - Quegli ch' usurpa in terra il luogo mio, II luogo mio, il luogo mio, che vaca Nella presenza del Figliuol di Dio, Fatto ha del cimiterio mio cloaca, Del sangue e della puzza, onde il perverso, Che cadde di quassù, laggiù si placa. Di quel color, che per lo sole avverso Nube dipinge da sera e da mane, Vid...
Page 213 - Alma sdegnosa, Benedetta colei che in te s'incinse! Quei fu al mondo persona orgogliosa ; Bontà non è che sua memoria fregi : Così s' è l'ombra sua qui furiosa. Quanti si tengon or lassù gran regi, Che qui staranno come porci in brago, Di sé lasciando orribili dispregi ! Ed io : Maestro, molto sarei vago Di vederlo attuffare in questa broda, Prima che noi uscissimo del lago.
Page 204 - Quest' è colei, ch' è tanto posta in croce Pur da color che le dovrian dar lode, Dandole biasmo a torto e mala voce. Ma ella s' è beata, e ciò non ode: Con l'altre prime creature lieta Volve sua spera, e beata si gode.
Page 168 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso: Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante: Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.