Rivista d'Italia, Volumes 1-4Società editrice dante alighieri, 1901 |
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Popular passages
Page 198 - Agli ozi de' potenti Gradito ospizio; e fur città famose Che coi torrenti suoi l'altero monte Dall'ignea bocca fulminando oppresse Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno Una ruina involve, Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi I danni altrui commiserando, al cielo Di dolcissimo odor mandi un profumo, Che il deserto consola. A queste piagge Venga colui che...
Page 194 - È diletto fra noi. Pene tu spargi a larga mano ; il duolo Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto Che per mostro e miracolo talvolta Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana Prole cara agli eterni! assai felice Se respirar ti lice D'alcun dolor; beata Se te d'ogni dolor morte risana.
Page 421 - Quaggiù dove l' affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai ; Che là dove appetito non si torce, Dico nel cielo, io me ne gloriai. Ben se...
Page 201 - Torna al celeste raggio dopo l'antica obblivion l'estinta Pompei, come sepolto scheletro, cui di terra avarizia o pietà rende all'aperto; e dal deserto foro diritto infra le file de' mozzi colonnati il peregrino lunge contempla il bipartito giogo e la cresta fumante, che alla sparsa mina ancor minaccia.
Page 658 - Don Abbondio stava, come abbiam detto, sur una vecchia seggiola, ravvolto in una vecchia zimarra, con in capo una vecchia papalina, che gli faceva cornice intorno alla faccia, al lume scarso d'una piccola lucerna.
Page 193 - Per le valli, ove suona del faticoso agricoltore il canto, ed io seggo e mi lagno del giovanile error che m'abbandona; e per li poggi, ov'io rimembro e piagno i perduti desiri, e la perduta speme de' giorni miei; di te pensando, a palpitar mi sveglio.
Page 189 - Talor m'assido in solitària parte, Sovra un rialto, al margine d'un lago Di taciturne piante incoronato. Ivi, quando il meriggio in ciel si volve, La sua tranquilla imago il Sol dipinge...
Page 83 - Trasimeno, per gli antri tuoi sali grido, e la torta l0 ripercosse buccina da i monti: — O tu che pasci i buoi presso Mevania caliginosa, e tu che i proni colli ari a la sponda del Nar sinistra, e tu che i boschi abbatti sovra Spoleto verdi o ne la marzia Todi fai nozze, lascia il bue grasso tra le canne, lascia 1l torel fulvo a mezzo solco, lascia ne l'inclinata quercia il cuneo, lascia la sposa a l'ara; e corri, corri, corri ! con la scure corri e co' dardi, con la clava e l'asta!
Page 501 - Ne' detti tempi avea in Firenze da trecento cavalieri di corredo e molte brigate di cavalieri e di donzelli, che sera e mattina metteano tavola con molti uomini di corte, donando per le pasque molte robe vaie: onde di Lombardia e di tutta Italia...
Page 18 - Ne' superbi silenzi il tuo superbo amore. Le fronti alte del lauro nel pensoso splender Mi sfolgorar da' gelidi marmi nel petto un raggio. Ed obliai le vergini danzanti al sol di maggio E i lampi de' bianchi omeri sotto le chiome d'or.