DEL DIVINO POFTA ALOISIO FANTONI DIMORAN e IMORANDO io ne tristi tempi in Parigi, mirando talora, tratto dalla pietà della Patria, le spoglie nostre gloriose, che senza conquista ci furono tolte e mescolando col pianto lo stupore; mi sovvenne de' Libri singolarmente, che i Francesi, per troppa nostra sventura, via portaron da Roma. E que Bibliotecarj mi mostrarono i tesori ; e tra questi, un Libro maraviglioso, tale, che niuna Nazione non ha, non ebbe, non ne avrà mai simile di tanto valore in opera di Lingua e di Poesia. Non conteneva meno quel Libro, che la Divina COMMEDIA DI DANTE scritta di mano del Boccaccio, e di questo medesimo una Latina Epistola mandando il Libro in dono al Petrarca, e le correzioni fatte ad alcuni |