Appendice do dissertazioni al Codice diplomatico Iongobardo: ovvero al quarto volume della Storia d'Italia del medio-evoStamperia reale, 1855 - 357 pages |
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Alessandro di Romena Arrigo VII avea avesse avrebbe Bavaro Bianchi Boccaccio Bonifazio Buonconte Cane Scaligero Cantica Canto Castel d'Elci Castello di Faggiola castra Castruccio Castrum città Clementini Codice Comento Comunis Conte Alessandro Corneto Corvo credere d'aver d'essere d'Uguccione DADEI Dante Alighieri dell'Alighieri dell'Inferno dice dicti diè Dino Compagni Divina Commedia domini ejus eorum Faggiola sul Conca Faggiolani Federigo figliuolo Fiorentini Frate Ilario Ghibellini giola Giovanni Villani glossule Guelfi Guido IDEM Imperio Inferno Istromento l'Alighieri l'Inferno Latino lodi Longobardo Lucca Ludovico il Bavaro Lunigiana luogo Macerata Feltria Malaspina Marchese Monte Cerignone Montefeltro Moroello morte niuno nomine omnia Paolozzo Paradiso parla Pietrarubbia Pisa Poema Poeta potè pubblicato Purgatorio quod Ranieri Repetti Rimini Roberto San Godenzo San Leo Sant'Agata Feltria sarebbe Scala Scaligero Selvapiana Signor Sonatello studj Toscana Ugo della Faggiola Uguccione della Faggiola usciti di Firenze Vedi prec Veltro di Dante Verona VICENTIAE Vicenza Witte
Popular passages
Page 151 - In non curar d' argento, nè d' affanni. Le sue magnificenze conosciute Saranno ancora sì, che i suoi nemici Non ne potran tener le lingue mute. A lui t'aspetta ed a' suoi benefici: Per lui fia trasmutata molta gente, Cambiando condizion ricchi e mendici.
Page 152 - Che, se la voce tua sarà molesta nel primo gusto, vital nutrimento lascerà poi, quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento che le più alte cime più percuote; e ciò non fa d'onor poco argomento.
Page 110 - Ma quell' altro magnanimo, a cui posta Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, né piegò sua costa : E se, continuando al primo detto, Egli han quell'arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della Donna che qui regge, Che tu saprai quanto queir arte pesa. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi : perché quel popolo è sì empio Incontr' a' miei in ciascuna sua legge ? Ond...
Page 108 - Quaggiù, dove l' affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai : Che là, dove appetito non si torce, Dico nel Cielo , io me ne gloriai. Ben se...
Page 47 - Adice richiude, né per esser battuta ancor si pente ; ma tosto fia che Padova al palude cangerà l'acqua che Vicenza bagna, per essere al dover le genti crude...
Page 50 - 1 vaso che '1 serpente ruppe fu e non è; ma chi n'ha colpa, creda che vendetta di Dio non teme suppe. Non sarà tutto tempo senza reda l'aguglia che lasciò le penne al carro, per che divenne mostro e poscia preda; ch'io veggio certamente, e però il narro, a darne tempo già stelle propinque, secure d'ogn'intoppo e d'ogni sbarro, nel quale un cinquecento diece e cinque, messo di Dio, anciderà la fuia con quel gigante che con lei delinque.
Page 143 - Faccian le bestie fiesolane strame di lor medesme, e non tocchin la pianta, s'alcuna surge ancora in lor letame, in cui riviva la sementa santa di que...
Page 134 - Maledetta sie tu, antica lupa, Che più che tutte l'altre bestie hai preda, Per la tua fame senza fine cupa...
Page 22 - Ma perché l'occhio cupido e vagante a me rivolse, quel feroce drudo la flagellò dal capo infin le piante; poi, di sospetto pieno e d'ira crudo, disciolse il mostro, e trassel per la selva, tanto che sol di lei mi fece scudo a la puttana ea la nova belva.
Page 194 - Non est haec via redeundi ad patriam, Pater mi; sed si alia per vos, aut deinde per alios invenietur, quae famae Dantis, quae honori non deroget, illam non lentis passibus acceptabo.