Filosofia di Giacomo Leopardi

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Ignazio Galeati e figlio, 1853 - 272 pages
 

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Popular passages

Page 212 - Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto vicini a morte...
Page 142 - C'est la véritable sagesse que de chercher ce bonheur dans l'idéal, comme vous faites. Pour moi, je regrette le temps où il m'était permis de l'y chercher, et je vois avec une sorte d'effroi que mon imagination devient stérile et me refuse tous les secours qu'elle me prêtait autrefois.
Page 223 - Testimonianza a' fasti eran le tombe, ed are a' figli; e uscian quindi i responsi de' domestici Lari, e fu temuto su la polve degli avi il giuramento: 100 religi'on che con diversi riti le virtù patrie e la pietà congiunta tradussero per lungo ordine d'anni. Non sempre i sassi sepolcrali a...
Page 167 - Non v'accorgete voi, che noi siam vermi Nati a formar l'angelica farfalla, Che vola alla giustizia senza schermi...
Page 103 - La buona compagnia che l' uom francheggia Sotto l' usbergo del sentirsi pura. Io vidi certo, ed ancor par ch' io 'l veggia, Un busto senza capo andar sì come Andavan gli altri della trista greggia.
Page 270 - Chè il bene, in quanto ben, come s' intende, Così accende amore, e tanto maggio, Quanto più di bontate in sè comprende. Dunque all' essenza, ov' è tanto avvantaggio, Che ciascun ben che fuor di lei si trova, Altro non è ch...
Page 208 - Teofrasto venuto a morte e domandato da' suoi discepoli se lasciasse loro nessun ricordo o comandamento, rispose: Niuno; salvo che l'uomo disprezza e gitta molti piaceri a causa della gloria. Ma non così tosto incomincia a vivere, che la morte gli sopravviene. Perciò l'amore della gloria è così svantaggioso come che che sia.
Page 240 - Orribil furon li peccati miei; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò, che si rivolve a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sariano ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 142 - Sans doute, mon cher ami, ou il ne faudrait pas vivre, ou il faudrait toujours sentir, toujours aimer, toujours espérer. La sensibilité ce serait le plus précieux de tous les dons si l'on pouvait le faire valoir, ou s'il y avait dans ce monde à quoi l'appliquer.
Page 195 - O Capaneo, in ciò che non s'ammorza la tua superbia, se' tu più punito; nullo martire, fuor che la tua rabbia, sarebbe al tuo furor dolor compito". Poi si rivolse a me con miglior labbia, dicendo...

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