L'assedio di Firenze: Capitoli XXX.Libreria Baudry; H. Bossange, 1836 |
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Alessandro Vitelli allora anima armi Arsoli avrebbe Baccio Valori Baglione Bandino Bartolini battaglia battaglia della Meloria Bernardo Strozzi Bono Boni braccia buona campo capitano capo Carduccio casa cavallo Cencio Guercio chè chiama cielo cittadini colpa combattere comecchè commessario cotesta cuore davanti domanda duca Alessandro Empoli eternità Fabrizio Maramaldo fama favella fede Ferrante Gonzaga Ferruccio figli figliuolo Fiorentini fiorini Firenze Gavinana Giampagolo giorno Giovanni Bandini giuoco gonfaloniere grida guardia imperciocchè inferno ingegno ira di Dio l'anima labbra lasciare libertà Malatesta Malatesta Baglioni mandò mani Maramaldo marraiuolo Medici mente messer mezzo morire morte nemico occhi Orange Orsino padre palla papa Clemente parole passi patria penso pertanto piedi Pieruccio Pistoia poco popolo porta poteva principe principe di Orange Prunetta pure quivi repubblica sangue Sconciatori sente sepolcro signore Stefano soldati spada Spagnuoli speranza stra terra testa tirannide traditore tristo uomini uomo vede volge volte
Popular passages
Page 267 - Del bello ovile, ov' io dormii agnello Nimico a' lupi, che gli danno guerra; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello.
Page 240 - La notte, che tu vedi in si dolci atti Dormire, fu da un angelo scolpita In questo sasso ; e, perché dorme, ha vita ; Destala, se noi credi, e parlerat!)'.
Page 239 - ... armi, e fare in quel marmo la sua vendetta immortale. Effigiò Lorenzo che siede e medita profondamente presso il sepolcro; ma i pensieri del tiranno vicino alla tomba son dei rimorsi. Io gli leggo in quella fronte piena di vita; e parmi che dall'aperto avello la mortegli gridi: « Scendi ove comincia pei potenti la giustizia » degli uomini e .quella di Dio. » E coll' Aurora e col Crepuscolo indicava a Lorenzo che fu breve e non suo lo splendore di quell
Page 221 - Firenze, perduta la sua libertà, piena di tanta mestizia, di tale spavento e di si fatta confusione, che a gran pena, non che scrivere, immaginare si potrebbe. I vincitori fatti superbi, guardavano a traverso , e svillaneggiavano i vinti: i vinti per lo contrario venuti dimessi, si rammaricavano tacitamente di Malatesta, e dubitando di quello che avvenne, non ardivano d'alzare gli occhi, non che di contrastare ai vincitori : i giovani avvedutisi tardi dell...
Page 217 - Che la forma del governo abbia da ordinarsi e stabilirsi dalla Maestà Cesarea fra quattro mesi prossimi avvenire, intendendosi sempre che sia conservata la libertà. 2o Che tutti i sostenuti dentro di Firenze per sospezione o amicizia della casa de...
Page 137 - ... stra più viva, che l'occasione o la necessità la costringe a far » prova di sé. Siamo in termine, dove l' una e l'altra cosa ci » si apparecchia per fare al mondo più chiara e più bella la » costanza 3 delli animi nostri.
Page 222 - ... la nobiltà: i ricchi pensavano continovamente qual via potessono tenere per non perdere affatto la roba: i poveri dì e notte in che modo fare dovessono a non morirsi in tutto e per...
Page 222 - ... e in vano delle loro discordie e pazzie pentendosi, stavano di peggiore: i nobili si sdegnavano tra sé, e si rodevano dentro d'avere ad essere scherniti e vilipesi dalla più infima plebe: la plebe in estrema necessità di tutte le cose, non voleva non isfogarsi almeno colle parole...
Page 136 - ... allora si dimostra più viva che l'occasione o la necessità la costringe a far prova di sé. Siamo in termine dove l'una e l'altra cosa ci si apparecchia a mostrar la costanza e la fortezza degli animi nostri.
Page 274 - Fiorenza, che faceva i detti fiorini, risposero i Pisani dispettosamente per invidia dicendo : sono i nostri Arabi fra terra ; che tanto viene a dire i nostri montanari. Rispose saviamente il re : non pare moneta di Arabi ; o voi Pisani, qual moneta è la vostra ? Allora furono confusi, e non seppero che rispondere ; e dimandando, se vi era alcun mercante di Fiorenza, trovavasi uno d' oltrarno, che aveva nome Pela Balducci, uomo discreto, e savio.