Atti dell'Imp. e reale accademia della Crusca, Volume 3Stamperia Piatti, 1829 |
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Accademia della Crusca Accademico Adunanza adunque alcuno altra altre Andrea Pisano animo antichi Anton Maria Salvini arte del cambio arti autorità avea Bertini Boccaccio buon certo chè ciascuno città codice colla consoli Crusca d'esso Dante debba Decamerone detto spedale dialetto dice Dioneo dire dotti eredi esempio esso spedale esso testatore eziandio favella figliuoli Finiguerra fiorentino fiorini Firenze Francesco Francesco Bertini Frullani Ghiberti Giotto Giovanni greca infrascritto ingegno intaglio l'Accademico lasciò latina lavoro legge lettere lezione libri lingua Lorenzo luogo maggior maraviglia medesimo mente monna Caterina nazione Niccolò niuno nome novella nuovo nuovo Testo opere OTTAVIANO TARGIONI TOZZETTI parlare parole pennelli perocchè Pietro Ferroni poeta possa potè predetto prosa pubblica pure ragione rettore Rigoli Salvini Scala dei Claustrali scienze scritto scrittori secolo spoglio stampe stendali Testo Toscana Trattato trova Ugolino uomini uomo Vasari vedere vero Vocabolario vocaboli voci volgarizzamento volle zione
Popular passages
Page 362 - Era già l'ora che volge il disio ai naviganti e intenerisce il core lo di c'han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d'amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more, quand'io incominciai a render vano l'udire ea mirare una dell'alme surta che l'ascoltar chiedea con mano.
Page 349 - Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d' onor si degno. E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede. Un poco attese, e poi: Da ch'ci si tace, Disse il Poeta a me, non perder 1' ora; Ma parla, e chiedi a lui, se più ti piace. Ond...
Page 436 - ... in prosa scritte per me sono e senza titolo, ma ancora in istilo umilissimo e rimesso, quanto il più si possono. Né per tutto ciò, l' essere da cotal vento fieramente scrollato, anzi presso che diradicato, e tutto da' morsi della invidia esser lacerato, non ho potuto cessare.
Page 352 - ... 1 dolce suon per canti era già inteso. O sacrosante Vergini, se fami, freddi o vigilie mai per voi soffersi, cagion mi sprona ch'io mercé vi chiami. Or convien che Elicona per me versi, e Urania m'aiuti col suo coro forti cose a pensar mettere in versi. Poco più oltre, sette alberi d'oro...
Page 350 - Così disse il Maestro ; ed egli stessi Mi volse, e non si tenne alle mie mani, Che con le sue ancor non mi chiudessi. O voi, che avete gì' intelletti sani, Mirate la dottrina, che s' asconde Sotto il velame degli versi strani.
Page 441 - Qual è quella ruina che nel fianco Di qua da Trento l'Adice percosse, O per tremuoto, o per sostegno manco; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano, è sì la roccia discoscesa, Ch'alcuna via darebbe a chi su fosse...
Page 155 - l sonno i miei figluoli, Ch' eran meco, e dimandar del pane. Ben sei crudel, se tu già non ti duoli, Pensando ciò che 'l mio cor s' annunziava; E se non piangi, di che pianger suoli? Già eran desti ; e l...
Page 362 - Colui che volse il sesto a lo stremo del mondo, e dentro ad esso distinse tanto occulto e manifesto, non potè suo valor sì fare impresso in tutto l'universo, che '1 suo verbo non rimanesse in infinito eccesso.
Page 375 - Andando poi esse, lasciano dopo sé tinto l'aere di luminose liste, e si rassomigliano a tratti pennelli. Ora, in un discorso, nel quale si succedon per ordine le idee di pittura, di colori, di pennelli, di liste, di luce; idee che tutte aver debbono relazione tra loro, come potrà dirsi, che i tratti pennelli altra cosa siano che i pennelli de...
Page 293 - ... imitazione. Quei pochi mortali, che colla singolarità dell'ingegno la natura separò veramente dall' uman gregge, non pur primi rimangono, ma soli. Io di sì lunga vita lo compiango quando penso i tempi che a vedere lo serbò la vecchiezza.