Orlando innamorato di Bojardo: Orlando furioso di Ariosto: with an essay on the romantic narrative poetry of the Italians, Volume 8

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W. Pickering, 1834
 

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Page 320 - Cantan fra i rami gli augelletti vaghi azzurri e bianchi e verdi e rossi e gialli. Murmuranti ruscelli e cheti laghi di limpidezza vincono i cristalli. Una dolce aura che ti par che vaghi a un modo sempre e dal suo stil non falli, facea sì l'aria tremolar d'intorno, che non potea noiar calor del giorno: 51.
Page 27 - Tre volte e quattro e sei lesse lo scritto quello infelice, e pur cercando in vano che non vi fosse quel che v'era scritto...
Page 33 - I pastor che sentito hanno il fracasso, lasciando il gregge sparso alla foresta, chi di qua, chi di là, tutti a gran passo vi vengono a veder che cosa è questa. Ma son giunto a quel segno il qual s'io passo vi potria la mia istoria esser molesta; et io la vo' più tosto diferire, che v'abbia per lunghezza a fastidire.
Page 34 - Orlando ognun non smania, suo furor mostra a qualch 'altro segnale. E quale è di pazzia segno più espresso che, per altri voler, perder se stesso? Varii gli effetti son, ma la pazzia è tutt'una però, che li fa uscire. Gli è come una gran selva, ove la via conviene a forza, a chi vi va, fallire: chi su, chi giù, chi qua, chi là travia. Per concludere in somma, io vi vo' dire: a chi in amor s'invecchia, oltr'ogni pena, si convengono i ceppi e la catena.
Page 26 - Liete piante, verdi erbe, limpide acque, spelunca opaca e di fredde ombre grata, dove la bella Angelica che nacque di Galafron, da molti invano amata, spesso ne le mie braccia nuda giacque...
Page 329 - Era come un liquor suttile e molle, atto a esalar, se non si tien ben chiuso; e si vedea raccolto in varie ampolle, qual più, qual men capace, atte a quell'uso. Quella è maggior di tutte, in che del folle signor d'Anglante era il gran senno infuso; e fu da l'altre conosciuta, quando avea scritto di fuor: « Senno d'Orlando ». E così tutte l'altre avean scritto anco 11 nome di color di chi fu il senno.
Page 336 - Agamennón vittorioso, e fé' i Troian parer vili et inerti; e che Penelopea fida al suo sposo dai Prochi mille oltraggi avea sofferti. E se tu vuoi che '1 ver non ti sia ascoso, tutta al contrario l'istoria converti: che i Greci rotti, e che Troia vittrice, e che Penelopea fu meretrice.
Page 26 - II mesto conte a piè quivi discese; e vide in su l'entrata de la grotta parole assai, che di sua man distese Medoro avea, che parean scritte allotta. Del gran piacer che ne la grotta prese, questa sentenzia in versi avea ridotta. Che fosse culta in suo linguaggio io penso; et era ne la nostra tale il senso...
Page 28 - Il pastor che lo vede così oppresso da sua tristizia, e che voria levarla, l'istoria nota a sé, che dicea spesso di quei duo amanti a chi volea ascoltarla, ch'a molti dilettevole fu a udire, gl'incominciò senza rispetto a dire: 119 come esso a...
Page 32 - In tanta rabbia, in tanto furor venne, che rimase offuscato in ogni senso. Di tor la spada in man non gli sovvenne; che fatte avria mirabil cose, penso. Ma né quella, né scure, né bipenne era bisogno al suo vigore immenso. Quivi fé...

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