Ritmica e metrica, razionale italianaU. Hoepli, 1900 - 230 pages |
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Popular passages
Page 213 - Quando su l'aure corre l'umil saluto, i piccioli mortali scovrono il capo, curvano la fronte Dante ed Aroldo. Una di flauti lenta melodia passa invisibil fra la terra e il cielo : spiriti forse che furon, che sono e che saranno?
Page 40 - Santi ; immagine Della città superna ; Del Sangue incorruttibile Conservatrice eterna ; Tu che, da tanti secoli, Soffri, combatti e preghi; ' Che le tue tende spieghi Dall'uno all'altro mar; ' Campo di quei che sperano; * Chiesa del Dio vivente; Dov'eri mai?
Page 90 - Ch'in bel giardin su la nativa spina Mentre sola e sicura si riposa, Né gregge né pastor se le...
Page 18 - Sol, che di poi grande appare su l'estremo orizzonte a render lieti gli animali e le piante ei campi e l'onde. Allora il buon villan sorge dal caro letto cui la fedel sposa ei minori suoi...
Page 134 - ... n suo cantar sottile dicea : " Chi mi vedrà lauderà il mio signore." S' io sarò là, dove un fioretto sia, allor fia ch' io sospire. Dirò : " La bella gentil donna mia porta in testa i fioretti del mio sire : ma per crescer desire la mia donna verrà coronata da Amore." Di fior le parolette mie novelle han fatto una ballata : da lor per leggiadria s...
Page 114 - Timploriam! Ne' languidi pensier dell'infelice scendi piacevol alito, aura consolatrice : scendi bufera ai tumidi pensier del violento; vi spira uno sgomento che insegni la pietà. Per te sollevi il povero al ciel, ch'è suo, le ciglia, volga i lamenti in giubilo, pensando a cui somiglia: cui fu donato in copia, doni con volto amico, con quel tacer pudico, che accetto il don ti fa. Spira de...
Page 211 - Ahi tristi case dove tu innanzi a' vólti de' padri, pallida muta diva, spegni le vite nuove! Ivi non più le stanze sonanti di risi e di festa o di bisbigli, come nidi d'augelli a maggio: ivi non più il rumore de gli anni lieti crescenti, non de gli amor le cure, non d'imeneo le danze: invecchian ivi ne l'ombra i superstiti, al rombo del tuo ritorno teso l'orecchio, o dea.
Page 113 - Amor; negli animi l'ire superbe attuta: dona i pensier che il memore ultimo dì non muta: i doni tuoi benefica nutra la tua virtude; siccome il sol che schiude dal pigro germe il fior; che lento poi sull'umili...
Page 60 - L'aspetto suo m'avea la vista tolta; per ch'io mi volsi dietro a'miei dottori. com'uom che va secondo ch'elli ascolta. E quale, annunziatrice delli albori, l'aura di maggio movesi ed olezza, tutta impregnata dall'erba e da' fiori; tal mi senti' un vento dar per mezza la fronte, e ben senti' mover la piuma, che fé sentir d'ambrosia l'orezza.
Page 217 - E a te volando la strofe alcaica, nata ne' fieri tumulti libera, tre volte ti gira la chioma con la penna che sa le tempeste : e, Salve, dice cantando, o inclita a cui le Grazie corona cinsero, a cui sì soave favella la pietà ne la voce gentile ! Salve, o tu buona, sin che i fantasimi di Raffaello ne' puri vesperi trasvolin d'Italia e tra' lauri la canzon del Petrarca sospiri ! 16-17 Novembre 1878.