Le novelle di Franco Sacchetti: pub. secondo la lezione del codice Borghiniano

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Successori Le Monnier, 1886
 

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Page 289 - Frati Minori , dov'è il sepolcro del corpo del fiorentino poeta Dante; e avendo veduto un antico crocifisso, quasi mezzo arso e affumicato per la gran quantità della luminaria che vi si ponea, e veggendo a quello allora molte candele accese, subito se ne va là; e, dato di piglio a tutte le candele e moccoli che quivi ardevano, subito, andando verso il sepolcro di Dante, a quello le puose dicendo : Togli , che tu ne se
Page 40 - Quando sarai di là dalle larghe onde, Di' a Giovanna mia, che per me chiami Là, dove agi' innocenti si risponde. Non credo, che la sua madre più m
Page 159 - Calandrino,3 e chi una, e chi un'altra. Dice messer Valore : Voi non ve ne intendete ; la più preziosa pietra che sia, è la macina del grano;' e s'ella si potesse legare e portarla in anello, ogni altra pietra passerebbe di bontà.
Page 334 - La donna dell'oste accostandosi, e schiamazzando, come le femmine fanno, uno cane la piglia pel lembo della gonnella, e quanto ne prese, tanto ne tirò. Alla per fine perdendo costoro la lena, ed essendosi molto bene mazzicati, e chi era caduto di qua e chi di là, dice Lazzero: — Oimè, oste, che io son morto. Dice l'oste: — Dio gli ti mandi, uscitemi testé di casa.
Page 2 - Io Franco Sacchetti fiorentino, come uomo discolo e grosso, mi proposi di scrivere la presente opera e raccogliere tutte quelle novelle, le quali, e antiche e moderne, di diverse maniere sono state per li tempi, e alcune ancora che io vidi e fui presente, e certe di quelle che a me medesimo sono intervenute.
Page 13 - Lo signore, volonteroso d' udir quello che lo abate dovea dire, e maravigliandosi come si presto tornasse, lo fece a sé chiamare ; e giunto dinanzi da lui un poco al barlume, facendo reverenza, occupando * spesso il viso con la mano per non esser conosciuto, fu domandato dal signore, se avea recato risposta delle quattro cose, che l'avea addomandato.
Page 150 - La qual dipintura fu una cervelliera, una gorgiera, un paio di bracciali, un ' paio di guanti di ferro, un paio di corazze, un paio di cosciali e gamberuoli, una spada, un coltello, ed una lancia.3 Giunto il valente uomo che non sapea chi si fosse, fassi innanzi e dice: maestro, è dipinto quel palvese?
Page 12 - 1 detto signore, veg- 10 gendoli addomandare misericordia, gli disse : Se tu mi fai chiaro di quattro cose, io ti perdonerò in tutto ; e le cose son queste : che io voglio che tu mi dica : quanto ha di qui al cielo : quant' acqua è in mare : quello che si fa in inferno ; e quello che la mia persona vale.
Page 116 - L'amico stava cheto e fermo, che era nell'altro mondo. Stando un poco, e Lapaccio il tocca, e dice : — O, tu dormi fiso: fammi un poco di luogo, te ne priego; — e "1 buon uomo cheto. Lapaccio, veggendo che non si movea, il tocca forte. — Deh, fatti in là con la mala pasqua. — Al muro: che non era per muoversi.
Page 117 - ... l corpo morto cadde in terra dello letto tanto grave, e con sì gran busso, che Lapaccio cominciò fra sé stesso a dire: « Oimè! che ho io fatto? » e palpando il copertoio si fece alla sponda, appiè della quale l'amico era ito in terra: e comincia a dire pianamente: — Sta...

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