Le bruttezze di Dante: Osservazioni critiche di G. Ricciardi intorno alla seconda Cantica della divina CommediaRico. Marghieri di Giuseppe, 1879 - 127 pages |
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adattato al caso adoperato alcune allude ammirare angelo applicato appresso assai brutto assai male avarizia avea avrei da notare Beatrice BRUTTEZZE DI DANTE bruttissimo buon cantica canto finisce CANTO XVI Catone cento ch'è ch'io chè chiosatori Ciel colla comentatori concetto contenuto Costa Dante dì del giudizio dice disio Divina Commedia ecco Eneide epiteto esempio Eunoè far rima Forese gente guente Inferno intorno invece iscena ispecie istà Jacopo del Cassero l'animo Lete lettore logogrifi lume Masaniello monte Napoli necessità della rima occhi omai oscurità Paolo Costa parola poema poeta avrebbe poeta scrive poeta volle dire porta del Purgatorio predella purganti Purgatorio Ricciardi rime stentate rinvengonsi rinvienesi seguente terzina sembra significare sione Sordello Stazio stinga stranezza strano superbia telda terzine che seguono terzine seguenti terzo verso tori trovo ultimo verso varii comentatori vece vede vene verbo Virgilio visione volge volsi zina
Popular passages
Page 114 - Prima ch' io fuor di puerizia fosse , Volsimi alla sinistra , col rispitto Col quale il fantolin corre alla mamma Quando ha paura o quando egli è afflitto, Per dicere a Virgilio : men che dramma Di sangue m' è rimasa che non tremi : Conosco i segni dell
Page 51 - Non v'accorgete voi, che noi siam vermi Nati a formar l'angelica farfalla, Che vola alla giustizia senza schermi ? Di che l'animo vostro in alto galla?
Page 51 - Di che l' animo vostro in alto galla, Poi siete quasi entomata in difetto, Sì come vermo, in cui formazion falla ? Come per sostentar solaio o tetto, Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere a chi la vede; così fatti "Vid' io color, quando posi ben cura. Ver è che più e meno eran contratti, Secondo ch
Page 42 - Era già l'ora che volge il disio ai naviganti e intenerisce il core lo di c'han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d'amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more, quand'io incominciai a render vano l'udire ea mirare una dell'alme surta che l'ascoltar chiedea con mano.
Page 38 - Senz'esso fora la vergogna meno. Ahi gente, che dovresti esser devota, E lasciar seder Cesar nella sella, Se bene intendi ciò che Dio ti nota ! Guarda com'esta fiera è fatta fella, Per non esser corretta dagli sproni, Poi che ponesti mano alla predella ! O Alberto tedesco, che abbandoni Costei ch...
Page 118 - SI di Parnaso, o bevve in sua cisterna, Che non paresse aver la mente ingombra, Tentando a render te qual tu paresti Là dove armonizzando il Ciel t' adombra, Quando nell
Page 31 - Perché l'animo tuo tanto s'impiglia », disse '1 maestro, ,« che l'andare allenti? che ti fa ciò che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma che non crolla già mai la cima per soffiar de...
Page 74 - Che sono in voi si come studio in ape Di far lo mele; e questa prima voglia Merto di lode o di biasmo non cape. Or, perchè a questa ogni altra si raccoglia, Innata v' è la virtù che consiglia, E dell' assenso de
Page 15 - Tu 1 sai che non ti fu per lei amara In Utica la morte, ove lasciasti La veste ch
Page 42 - RA già l' ora che volge il disio Ai naviganti, e intenerisce il core Lo di c' han detto ai dolci amici addio ; E che lo nuovo peregrin d...