La Divine comédie de Dante Alighieri: Le Paradis

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Paulin et Le Chevalier, 1855
 

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Popular passages

Page 83 - E se il mondo sapesse il cuor ch'egli ebbe Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 419 - Ma l'altra, che volando vede e canta La gloria di Colui che la innamora, E la bontà che la fece cotanta; Sì come schiera d
Page 307 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti...
Page 257 - Lume non è, se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi è tenebra, Od ombra della carne, o suo veleno. Assai t' è mo aperta la latebra, Che t...
Page 401 - Ora si va con motti e con iscede A predicare, e pur che ben si rida, Gonfia il cappuccio, e più non si richiede.
Page 409 - Luce intellettual, piena d'amore; Amor di vero ben, pien di letizia; Letizia che trascende ogni dolzore.
Page 229 - La contingenza che fuor del quaderno Della vostra materia non si stende, Tutta è dipinta nel cospetto eterno. Necessità però quindi non prende Se non come dal viso in che si specchia Nave che per corrente giù discende. Da indi, sì come viene ad orecchia Dolce armonia da organo, mi viene A vista '1 tempo che ti s
Page 7 - Fatto avea di là mane e di qua sera Tal foce quasi; e tutto era là bianco Quello emisperio, e...
Page 459 - ... indova; ma non eran da ciò le proprie penne: se non che la mia mente fu percossa da un fulgore in che sua voglia venne.
Page 185 - Quell'uno e due e tre che sempre vive, E regna sempre in tre e due e uno, Non circonscritto, e tutto circonscrive, Tre volte era cantato da ciascuno Di quegli spirti con tal melodia, Ch' ad ogni merto saria giusto muno.