Grammatica storica della lingua italiana: Sintassi--Fonologia--Morfologia |
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Grammatica Storica Della Lingua Italiana: Sintassi--Fonologia--Morfologia Fortunato Demattio No preview available - 2020 |
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abbiamo accanto adoperato aferesi aggettivi alcuni altre antiquate articolo avea avverbi Bocc caso obliquo coi verbi colla composti concetto condizionale Congiuntivo pres congiunzioni coniugazione conserva consonante copula Dante Demattio desinenza dice Diez dinanzi alle vocali dittongo eccezione esprime femminile Fonologia forme pronominali frequente futuro genitivo gerundio grammatici greco Imperativo imperfetto Indicativo pres italiano l'articolo l'infinito l'oggetto l'uso latino volgare lingua italiana lingua latina lingue romanze luogo mediante muta nesso nomi numero plurale numero singolare Osservazione parla particelle Participio perf Participio perfetto perfetto definito Petr poet possono preceduto predicato presente presente indicativo presso gli antichi principale pronome personale pronome relativo proposizione principale proposizione relativa pure quod semplice significato sillaba sincope Sintassi soggetto sostantivo suffisso suono superlativo talvolta terminazione terza persona terza plurale tivo trovasi Ugo Foscolo vedi voci zione δὲ καὶ οἱ τὴν τὸ τῶν
Popular passages
Page 116 - Ch' è principio e cagion di tutta gioia ? Oh! se' tu quel Virgilio, e quella fonte, Che spande di parlar sì largo fiume? Risposi lui con vergognosa fronte. O degli altri poeti onore e lume, Vagliami '1 lungo studio e '1 grande amore , Che m' han fatto cercar lo tuo volume. Tu se' lo mio maestro, e '1 mio autore : 'Tu se' solo colui, da cu' io tolsi Lo bello stile, che m'ha fatto onore.
Page 139 - Imperador del doloroso regno Da mezzo il petto uscia fuor della ghiaccia ; E più con un gigante io mi convegno, Che i giganti non fan con le sue braccia : Vedi oggimai quant' esser dee quel tutto, Ch' a cosi fatta parte si confaccia.
Page 77 - Nel vano immaginare, ov' io entrai; Ed esser mi parea non so in qual loco, E veder donne andar per via disciolte, Qual lagrimando, e qual traendo guai, Che di tristizia saettavan foco. Poi mi parve vedere a poco a poco Turbar lo sole ed apparir la stella, E pianger egli ed ella; Cader gli augelli volando per l'are, E la terra tremare; Ed uom m'apparve scolorito e fioco, Dicendomi: 'Che fai? non sai novella? Morta è la donna tua, ch'era sì bella.
Page 129 - Quali i fioretti, dal notturno gelo chinati e chiusi, poi che '1 sol li 'mbianca si drizzan tutti aperti in loro stelo, tal mi fec'io di mia virtute stanca, e tanto buono ardire al cor mi corse, ch'i' cominciai come persona franca: «Oh pietosa colei che mi soccorse!
Page 6 - Io son colui, che tenni ambo le chiavi Del cor di Federico, e che le volsi, Serrando e disserrando, si soavi, 60 Che dal segreto suo quasi ogni uom tolsi : Fede portai al glorioso ufizio, Tanto ch' io ne perdei lo sonno ei polsi. La meretrice, che mai dall...
Page 121 - l teschio misero co' denti, Che- furo all' osso, come d'un can, forti. Ahi Pisa, vituperio delle genti Del bel paese là dove 'l sì suona ; Poi che i vicini a te punir son lenti, Muovasi la Capraja e la Gorgona, E faccian siepe ad Arno in su la foce, Sì eh' egli annieghi in te ogni persona.
Page 5 - Sintassi della lingua italiana con riguardo alle principali attinenze della sintassi latina e greca. Seconda edizione, diligentemente riveduta dall
Page 63 - Non che Roma di carro così bello Rallegrasse Africano, ovvero Augusto, Ma quel del Sol saria pover con elio; Quel del Sol che sviando fu combusto, Per l'orazion della Terra devota; Quando fu Giove arcanamente giusto.
Page 132 - Di qua l'un braccio, e di là l'altro gira, or l'una or l'altra gamba; e nulla giova. Caccia il sonno il timor; gli occhi apre, e mira: non vede alcuno. Or già non scalda e cova più le vedove piume, ma si getta del letto e fuor del padiglione in fretta: 22 e corre al mar, graffiandosi le gote, presaga e certa ormai di sua fortuna.
Page 96 - Musa tu, che di caduchi allori Non circondi la fronte in Elicona, Ma su nel Cielo infra i beati cori Hai di stelle immortali aurea corona; Tu spira al petto mio celesti ardori, Tu rischiara il mio canto, e tu perdona Se intesso fregi al ver, s'adorno in parte D'altri diletti che de