L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia: alla giurisprudenza ed alle discipline carcerarie. 1896-1897, Volume 3

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Fratelli Bocca, 1897
 

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Popular passages

Page 493 - ... impunità , è un far credere, che potendosi perdonare, le condanne non perdonate sieno piuttosto violenze della forza , che emanazioni della giustizia. Che dirassi poi quando il principe dona le grazie, cioè la pubblica sicurezza ad un particolare, e che un atto privato di non illuminata beneficenza forma un pubblico decreto d'impunità? Siano dunque inesorabili le leggi , inesorabili gli esecutori di esse ne...
Page 271 - ... venuto ad interrompere le antiche tradizioni, e rimanevano sempre gl'istrumenti per porla in opera. Rimanevano gli antichi armigeri baronali mandati a spasso, oltre a tutti gli uomini, che avevano già commesso reati, od eran pronti a commetterne, e che non potevano non essere numerosissimi in un paese dove era tradizionale la facilità ai delitti di sangue, e la inefficacia della loro repressione. Se non che adesso, i primi come i secondi, esercitavano il mestiere per proprio conto, e chi avesse...
Page 493 - ... un delinquente è una derogazione della legge; che, se la grazia è equa, la legge è cattiva; e, se la legge è buona la grazia è un attentato contro la legge...
Page 275 - Questo contadino lavora dall'alba fino al tramonto; alle 10 del mattino riposa mezz'ora e mangia un po' del suo pane. Alla sera, cessato il lavoro, il massaro mette sopra un gran fuoco, che è in fondo al camerone, una gran caldaia, in cui fa bollire dell'acqua con pochissimo sale. In questo mezzo i contadini si dispongono in fila, affettano il pane che mettono in scodelle di legno, in cui il massaro versa un po' dell'acqua salata, con qualche goccia di olio.
Page 50 - Quando la posta regia frodava sulle lettere ; quando la polizia pensava ad arrestare gli onesti patriotti, e trafficando coi ladri, lasciava libertà ad ogni eccesso nei postriboli e nell'interno delle carceri, la necessità delle cose contribuiva a proteggere nel camorrista chi poteva mandarvi un plico sicuro, salvarvi da una pugnalata nel carcere, o riscattarvi a buon prezzo un oggetto rubato, od emettervi, in piccole questioni, dei giudizi forse altrettanto equi e certo meno costosi e meno ritardati...
Page 480 - ... finito di espiare la pena. Solo nel mondo, senza parenti e senza amici , non avendo trovato, appena uscito di carcere la prima volta, ove posare il suo capo disgraziato, si era messo a dormire sotto la statua di Cosimo il vecchio.... Dopo un momento fu condotto in prigione e processato e condannato perchè trovato fuori del proprio domicilio un'ora dopo il suono delVAvemaria.
Page 509 - L'atavismo ci aiuta ancora a comprendere l'inefficacia nei reinati della pena, ed il fatto singolare che ritorna costante e periodico d'un dato numero di delitti; comechè le più grandi variazioni che abbia offerto il numero dei reati contro le persone (scrivono A. Maury e Guerry) non sorpassassero un venticinquesimo, e per quelli contro la proprietà un cinquantesimo (1). Si vede, osservava assai bene Maury, che siamo governati da leggi mute, ma che non cadono in dissuetudine mai, e che governano...
Page 321 - ... merito individuale di alcuni pochi in astuzia ed in forza muscolare, decideva solo della vittoria. Abbiamo dei questori che sono assai abili, come l'erano Ulisse ed Achille; ma non ne abbiamo nessuno però...
Page 134 - S'aggiunge al mal voler ed alla possa, Nessun riparo vi può far la gente. (Inf. XXXI). e d'un altro grande osservatore dallo sguardo felice: Chi inni sa scrive
Page 566 - ... la Russia, dove le repressioni non mancano e terribili (la morte lenta e muta nelle miniere e nei carnai della Siberia), eppure ogni repressione è seguita da nuovi e più violenti tentativi. « Non c'è, scrive uno dei più acuti nostri pensatori, G. Ferrerò (La Riforma sociale, i 894, pag.

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